“Io sono un uomo normale e voglio una vita normale“, o meglio, l’avrebbe voluta una vita normale Chuck, protagonista dell’omonimo telefilm tuttora in onda su Italia 1 (Lunedì, seconda serata). Sì, perchè Chuck, aprendo inavvertitamente una e-mail, si ritroverà da semplice riparatore di computer ad esclusivo detentore dell’Interset, un archivio informatico ultrasegreto (ed ultrapericoloso) che racchiude una serie di volti e luoghi cruciali per le varie missioni dei Servizi Segreti americani. Il tutto condensato nella mente del nostro malcapitato protagonista, che da quel momento in poi non potrà più vivere la sua agognata normalità.
Ed è proprio sul concetto di normalità che il telefilm fonda le sue basi: Chuck è il tipico ragazzo americano, tutto sneaker e videogiochi, un modesto lavoro di riparatore informatico presso il Buy More (un grande centro commerciale, tra i luoghi ricorrenti della serie), una casa divisa assieme alla sorella chioccia. Ma il mondo quotidiano di Chuck non è il solo nucleo narrativo della serie. Il telefilm, infatti, si regge sull’incontro-scontro tra due universi: l’ordinario (incarnato da Chuck e il suo ambiente sociale) e lo straordinario, un universo sfuggente, sotterraneo, invisibile (rappresentato dai Servizi Segreti, dalle spie, dai pericolosi criminali ai quali si dà la caccia). Tra i Servizi ed il vario sottobosco delinquenziale viene ad interporsi il nostro Chuck, catapultato di volta in volta in missioni sempre rischiose e rocambolesche, ma dalle quali esce incredibilmente incolume. Compagni fissi, le due spie Sarah (verso la quale Chuck nutre una forte simpatia) e il rude Casey, che non nasconde tutta la propria antipatia per il ragazzo.
Nel corso delle puntate, sia l’ordinario sia lo straordinario si evolveranno, mettendosi continuamente in discussione: Chuck rivelerà doti inattese (come la pratica del disinnescare bombe); di contro, anche lo straordinario, nell’incontro con il suo contrario, riscoprirà la sua dimensione umana, quella dei sentimenti, accantonata perchè incompatibile con il glaciale lavoro di spia.
Chuck, insomma, è chiaramente un antieroe, o meglio un eroe per caso, se vogliamo la versione ironica e meno machista di McGiver, ma con un’ironia ben lontana da personaggi caricaturali quali Austin Power. La vera chicca del telefilm è però un’altra, ossia l’originale rappresentazione dell’ambiente lavorativo del Buy More: le quotidiane diatribe di addetti alla vendita e superiori, o tra gli stessi colleghi, sono rilette in chiave parodistica e spesso i corridoi del centro commerciale si trasformano in arene da wrestling o in terreni di sfida dal sapore western. Come dire, anche fare il commesso è roba da eroi.
1. fil78 ha scritto:
30 luglio 2010 alle 11:40