In Rai è ormai di moda fare un “uso privato del mezzo pubblico” per attaccare i colleghi della propria azienda. Non parliamo di Simona Ventura, che a TvTalk non ha risparmiato frecciatine al neo acquisto di Rai2 Belen Rodriguez (rea di condurre un programma in seconda serata nonostante la poca esperienza sul campo), ma dell’ennesima disputa a distanza tra i due giornalisti Rai per eccellenza: Michele Santoro e Bruno Vespa.
Nell’infinito monologo introduttivo di Annozero, tra le tante questioni che l’anchorman di Rai2 ha affrontato non potevano mancare le dichiarazioni post-addio di Bruno Vespa, contento della permanenza in Rai di Santoro ma, allo stesso tempo, contrario al cachet milionario che il conduttore percepirà con il metodo della “persecuzione politica”. Santoro, che non ha peli sulla lingua, ci andò pesante parlando addirittura di “programma in crisi”: “Stiamo prendendo lezioni da tutti, prendiamo lezioni perfino da Bruno Vespa. Ora che Vespa possa fare lezioni di morale e di contratti a noi. Lui che viene pagato come l’ultimo Oscar da protagonista per fare un programma in crisi. Bè, questo è veramente troppo”.
Un attacco, l’ultimo dei tanti, che Vespa non sembra aver affatto gradito e al quale ha risposto per le rime nell’anteprima dell’ultima puntata di Porta a Porta, cogliendo la palla al balzo per replicare anche alle critiche di Massimo Gramellini e Fabio Fazio che, nel salotto radical chic (e senza contraddittorio) di Che tempo che fa, hanno rimproverato (riprendendo un editoriale di Vittorio Feltri) il conduttore e giornalista di Rai1 per la “gestione colpevolista del processo Stasi”, senza riportare la replica inviata a Il Giornale dello stesso Vespa.
“La verità è che Santoro non ha gradito, nel rispondere a chi me l’aveva chiesto che sono contento della sua permanenza con altro ruolo in Rai, che io abbia osservato che lui ha fatto di quelle che definisce persecuzioni politiche un eccellente investimento finanziario. Lo penso, l’ho detto e lo ripeto. Lo fece nel ‘96 quando per tre anni andò a lavorare al più alto livello economico nelle televisioni dell’odiato Berlusconi, lo ha fatto adesso restando in Rai con nuovo ruolo e garantendosi dopo otto anni una liquidazione sedici volte superiore a quella che ebbi io nel 2001 dopo 39 anni di lavoro da dipendente della Rai.”
E sugli attacchi di Fazio e Gramellini:
“Visto che alla Rai in altre reti c’è l’abitudine di delegittimare i conduttori di altri programmi, due parole per concludere su quelle due anime belle di Fabio Fazio e di Massimo Gramellini. Sabato scorso Gramellini, con Fazio che gli faceva come sempre da spalla, ha ripreso qualche riga di un articolo di Vittorio Feltri, che mi accusava di aver gestito in maniera colpevolista il processo Stasi, poi assolto per il delitto di Garlasco. Ha trascurato tuttavia, rispettando per altro il tradizionale pluralismo di Che tempo che fa, di dar conto della mia replica al Giornale, in cui dicevo che il difensore che ha fatto assolvere Stasi ha riconosciuto a Porta a Porta un’assoluta correttezza. Queste sono le trasmissioni e i giornalisti che ci fanno lezione. Complimenti.”
Vespa ne ha di sassolini da togliersi dalla scarpa, soprattutto con Fabio Fazio, colpevole di non averlo mai invitato in trasmissione all’uscita dei suoi libri (nonostante a Che tempo che fa non venga negata a nessuno un po’ di sana promozione).
Di certo questo clima del “tutti contro tutti” che ultimamente si respira in Rai (tra giornalisti, Direttori di testata e di rete e conduttori) non fa altro che danneggiare l’immagine di un’azienda sempre più sull’orlo di una crisi d’identità.
1. Mauroo ha scritto:
25 maggio 2010 alle 15:23