Cambiano i tempi, le mode e i modi di trasmissione ma la saggezza popolare non smentisce la sua arguzia… è proprio vero che siamo un Paese dove donne e motori non temono rivali e, a dispetto di quanto spesso il perbenismo voglia dimostrare, la regola numero uno resta: gli affari sono affari. Se da un lato il governo studia una misura per impedire anche alle pay tv la trasmissione di programmi a contenuto forte durante la fascia protetta, sotto sotto Mediaset Premium starebbe – secondo quanto riporta Dagospia - trattando con Dahlia per assorbire l’intera offerta porno all’interno del proprio bouquet digitale.
Il business dei film per adulti non è indifferente e fa entrare nelle casse di Sky, tramite gli acquisti su Primafila, introiti di tutto rispetto. E’ per questo che, sempre secondo Dagospia, in quel di Cologno avrebbero pensato di inglobare Dahlia tv, capace con un’offerta snella ma economica di raggiungere in poco tempo quasi un milione di abbonati. Un fenomeno destinato a crescere almeno fino a due milioni entro la fine dell’anno grazie alla spinta pubblicitaria della concessionaria Cairo Communication.
Allo stato attuale delle cose due sono le proposte di canali adult che ogni sera vengono offerte ai telespetattori del digitale fidelizzatisi alla tv delle passioni. Un palinsesto molto variegato nell’ambito del genere che ha saputo rinnovarsi nel corso dei mesi soddisfacendo gli utenti, conquistati dal binomio appassionante donne e pallone. Forse però non ci voleva la svedese AirPlus Tv a spiegare agli editori italiani una formula così essenziale. Finalmente forse crolla la barriera di moralismo arcigno e di ghettizzazione che ha contraddistinto persino lo sviluppo della programmazione erotica criptata finora.
Alla luce di questa trattativa troveranno pane per i propri denti coloro che vedevano nel decreto Romani una sorta di gamba tesa per spostare flussi economici di tutto rilievo con piccole mosse graduali. Per ora solo la sicurezza che il piano di riordino dell’industria culturale ha troppe ombre da dissipare prima di poter essere approvato in Parlamento e recepito dai protagonisti del mercato.
1. Taichi ha scritto:
10 febbraio 2010 alle 18:30