Più che Amici il secondo serale ha il sapore de La strage degli innocenti. Fa bene Maria De Filippi a sottolineare ancora una volta il talento e l’educazione di questa classe: i ragazzi sembrano, come mai, vittime del tritacarne micidiale di un meccanismo ormai esageratamente prevedibile, con una commissione francamente poco credibile, capace di eliminare Angelo Iossa, ovvero il più brillante allievo della prima puntata, candidato ad essere il possibile outsider, se i professori non si mettessero di mezzo a dirci ancora una volta che tutto l’ingranaggio democratico è un po’ di fumo negli occhi: comandano loro l’evoluzione del programma, basta uno schiocco di dita per farli passare da ‘ignavi’ che lasciano tutto nelle mani del pubblico a plotone d’esecuzione del malcapitato che arriva sottotiro. Roba da andare in giro con il passamontagna, o perlomeno con la stoffa che le sarte risparmiano sui costumi di scena.
Il retrogusto di amarezza è forte, nonostante il netto miglioramento del livello di spettacolo rispetto all’esordio, andato in onda quando ancora regnava il caos per i ‘guai’ di Davide e Michele. La qualità delle esibizioni si è sicuramente innalzata e la serata è filata via molto meglio, ma il solito dispiacere ce lo regala l’eliminazione, rendendo ancora più intensa la nostalgia del vecchio sistema di sfida a due. I nostri lettori già alla terza sfida avevano capito tutto lo sviluppo della serata. Troppo bravi loro? Forse.
Se poi ci aggiungiamo il tenero pudore di Elena, che con il suo rifiuto di continuare a ballare in culotte (“sono nuda”, dice) si guadagna tutto l’apprezzamento di chi non vuole far scadere il ruolo della ballerina a seduttrice di infimo livello, ci rendiamo conto di quanto il gioco dei grandi si sia fatto troppo grande persino per quei ragazzi descritti dagli apocalittici come gente senza cuore e senza pancia, ma in realtà molto solidali tra di loro sia nella scelta delle prove da imporre agli altri sia nel modo di sentire la gara. Eppure siamo vicini alla forma del talent puro: le sassaiole tra i protagonisti sono fortunatamente finite, sarebbe solo auspicabile che i disegni su di loro fossero più limpidi, perché francamente non ci va proprio di vedere questa sospetta ‘democrazia dell’alternanza’ mietere in ordine le vittime predestinate a fare da contorno al sestetto d’onore che si gioca la finale, concorrenti peraltro capaci di arrivare alla fine senza precauzioni di sorta.
Veniamo però alle esibizioni.
La grande delusione fino a questo punto si chiama Loredana, colpevole di aver smarrito con il corso delle puntate l’imprevedibilità del genio e sregolatezza. Fa l’errore di copiare e incollare la sintesi interpretativa, che tanto le ha portato fortuna su qualche brano, su tutti i pezzi che le si danno senza nessuna aderenza al significato del testo. E’ così che Emma, prima ingiustamente allontanata dall’Olimpo, vive la sua serata migliore, forse per la prima volta preferita alla rivale a furor di popolo: stile più variegato, controllo maggiore e sicuramente migliore tenuta dello stress da grande ribalta, quando il carattere fumantino non bussa per annebbiarle le percezioni.
In tutto ciò è comunque Pierdavide la novità più grossa: sempre più cristicchiano nella sensibilità artistica, è capace di toccare sempre i tasti giusti, tanto da essere amato trasversalmente. Di grande respiro i suoi testi, sempre più forte la sua estensione, è stato capace di far impallidire Matteo, ancora troppo perso nelle pastoie dei suoi gorgheggi che a lungo andare stancheranno. L’inedito del tenorino infatti, per quanto scritto dal signor Tricarico, è sembrato poco affascinante addosso a lui, per nulla radiofonico, e apre più di un dubbio sulla sua collocabilità al termine della scuola. Stefanino non pervenuto sente già la spada di Damocle su di sé, ma coltiva l’ultima speranza di restare dentro per via della matematica che lo farebbe al momento pareggiare con il numero dei cantanti avversari, essendoci dall’altra parte, per la cronaca, anche Enrico, con i suoi soliti vezzi da chitarrista prestato al canto, però sacrosanto nella sfuriatina dopo lo smutandamento della bella consorte.
La danza ha già i suoi due ballerini da portare avanti fino alla fine: sono la pudica Elena e lo spavaldo Stefano, brillanti per la loro presenza scenica importante che riescono a trasferire anche nelle coreografie meno adatte alle dinamiche più congeniali a loro. Sono gli unici due a non sfigurare eccessivamente dinanzi ai ballerini professionisti che, nonostante le tutine ammiccanti che devono indossare per far vedere le linee ( non abbiamo capito quali di preciso ma abbiamo un sospetto, aspettando la reazione del Moige quando, prima o poi, spunteranno sul palco con un filo interdentale come costume), sono veramente irraggiungibili dalla maggior parte dei ragazzi. Michele se non fosse per il cerotto potrebbe essere scritturato per Casper il fantasma, Borana è arenata al giudizio di carina da sei mesi, Grazia ultimamente è più gradevole ma nei teatri potrebbe fare più che altro la caratterista.
Speriamo solo che per la prossima vittoria dei Blu i professori si risparmino la scenetta dell’Emma ridiventata eccessiva e della Loredana magnifica, prima che qualche bianco alla seconda prova corra a fare la valigia per non perder tempo.
Leggetela come profezia provocatoria, ma anche no.
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1. Filippo ha scritto:
25 gennaio 2010 alle 11:42