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settembre

«Avamposti»: la docuserie sui Carabinieri del Nove è un anti-Gomorra

Avamposti, Nove

Finalmente in tv appare anche l’altro lato della medaglia. Quello positivo della legalità in cui tutti dovremmo riconoscerci, osservato dalla giusta prospettiva. A partire da domani, il canale proporrà in prime time (ore 21.20) “Avamposti – Dispacci dal confine“, una docuserie in cinque puntate dedicata alla movimentata quotidianità delle Stazioni dell’Arma dei Carabinieri. Per una volta, l’attenzione sarà sugli uomini e sulle donne che tutelano la nostra sicurezza e non tanto sull’azione dei piccoli e dei grandi criminali che spesso ispira serie tv ed approfondimenti.

Avamposti racconterà il lavoro dei Carabinieri che operano al confine tra la società civile e il margine estremo della disgregazione sociale. In contesti così complicati, gli uomini dell’Arma si trovano a confrontarsi con i disagi delle persone escluse, ma anche con i traffici delle narcomafie e gli illeciti delle organizzazioni criminali, rappresentando l’unica Istituzione dello Stato di Diritto. In un contesto di opinione pubblica in cui l’attività dei militari è spesso messa in discussione (e talvolta persino delegittimata a fini ideologici), la trasmissione ribadisce il ruolo prezioso delle persone in divisa.

Ne abbiamo avuto un’anticipazione guardando la prima puntata del programma, già disponibile su Dplay Plus e in onda in tv domani sera. L’episodio, realizzato a Napoli e in particolare nel rione Sanità, documenta l’attività dei Carabinieri della Compagnia Stella, impegnati su più fronti per colpire le attività criminali e riconsegnare il territorio allo Stato. Il racconto sul campo, firmato da Claudio Camarca (già autore de Lo Squadrone e Spaccio Capitale), evidenzia la fermezza degli uomini dell’Arma ma anche le loro sfumature personali, raccolte proprio a margine degli interventi di pubblica sicurezza, tra una perquisizione e un arresto.

Nella puntata in questione, l’attività della camorra viene giustamente demitizzata, ridotta alla propria dimensione meschina e parassitaria. Idealmente ci è sembrato un passo avanti nella modalità di racconto da parte del canale Nove, che in passato aveva invece dato spazio ad una docu-fiction, Kings of Crime, in cui Roberto Saviano narrava le gesta dei più spietati capimafia, finendo per offrire loro un palcoscenico (alcuni di essi venivano infatti intervistati). Incoronandoli come ’sovrani’ del crimine, lo scrittore ne riconosceva il ruolo, se pur negativo.

Qui il punto di vista è inverso e a nostro avviso decisamente preferibile: tra le parole di un criminale e quelle di un Carabiniere, preferiamo ascoltare queste ultime. La prospettiva ‘anti-Gomorra’ è quella virtuosa degli Avamposti della legalità su cui sappiamo di poter contare.

Di seguito, i titoli e i contenuti delle altre quattro puntate:

CERIGNOLA – La quarta Mafia: I Carabinieri di Cerignola, tra rapine al bancomat effettuate in pieno giorno, ricettazione di auto rubate in scala industriale e lotta al caporalato e alla criminalità organizzata, non si arrendono e vanno dritti all’obiettivo.

ROMA CRIMINALE: San Basilio, zona Est di Roma. I Carabinieri lavorano quotidianamente per smantellare le numerose piazze di spaccio che affliggono il quartiere che, negli anni, si è trasformato in una vera e propria roccaforte dello spaccio sulla quale regnano incontrastati i clan calabresi.

ROGOREDO – Il bosco della droga: A pochi chilometri dal Duomo di Milano sorge la più grande piazza di spaccio a cielo aperto del nord Italia: il Bosco di Rogoredo. Nel mirino dei Carabinieri, l’organizzazione che gestisce lo spaccio di droga.

I RAGAZZI DELLO ZEN DI PALERMO: I Carabinieri della Stazione San Filippo Neri, si trovano a dover contrastare le piazze di spaccio di un quartiere, lo ZEN, difficile da controllare per la sua conformazione urbanistica. Una lotta senza tregua, fatta di appostamenti, arresti rocamboleschi e tanta voglia di cambiare le cose per le persone oneste che abitano allo ZEN.

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1 Commento dei lettori »

1. Pod ha scritto:

1 settembre 2020 alle 19:32

Quello che io non capisco infatti è il senso di fare 5 serie di Gomorra,ormai è diventato una spettacolarizzazione di un fenomeno che va solo stigmatizzato,io potevo capire il film che raccontava una realtà,potevo pure capire la prima serie,ma qui ormai si fa passare la malavita come una cosa normale,con i camorristi che diventano quasi degli idoli,un po come squadra antimafia le prime stagioni avevano un senso poi è diventata una serie fantasy sulla mafia.



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