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marzo

Permette? Alberto Sordi: Edoardo Pesce riporta in tv l’«Albertone nazionale» tra le polemiche

Edoardo Pesce in Permette? Alberto Sordi

Edoardo Pesce in Permette? Alberto Sordi

Nel centenario della nascita, Rai1 celebra Alberto Sordi con il tv movie Permette? Alberto Sordi, una coproduzione Rai Fiction – Ocean Productions diretta da Luca Manfredi, già regista di In Arte Nino, film tv incentrato sulla vita di suo padre Nino Manfredi. A vestire i non semplici abiti dell’amatissimo attore troviamo Edoardo Pesce. Al suo fianco Pia Lanciotti nel ruolo di Andreina Pagnani, collega e fidanzata per 9 anni di Sordi, Alberto Paradossi nel ruolo di Federico Fellini, Martina Galletta interprete di Giulietta Masina, Francesco Foti nel ruolo di Vittorio De Sica, Lillo Petrolo (di Lillo & Greg) chiamato ad impersonare Aldo Fabrizi. Nei panni della mamma di Sordi troviamo Paola Tiziana Cruciani, mentre Luisa Ricci, Michela Giraud e Paolo Giangrasso sono le sorelle e il fratello dell’attore. Nel cast anche Giorgio Colangeli nel ruolo di papà Sordi.

Permette? Alberto Sordi racconterà i vent’anni, dal 1937 al 1957, in cui il giovane Alberto Sordi diventa “l’Albertone nazionale” un “gigante” del nostro cinema, uno dei più amati e apprezzati artisti a livello internazionale, che ha contribuito a rendere grande nel mondo la commedia all’italiana. Da giovane aspirante attore, con i primi no e le tante porte chiuse per la dizione ritenuta “troppo romanesca”, ai primi lavori da doppiatore, dai palcoscenici del varietà alle tante trasmissioni radio, fino ad approdare finalmente sui set cinematografici dove Sordi non ha tardato a farsi notare per ironia, mimica, presenza scenica e una capacità fuori dal comune di individuare le debolezze umane e renderle – attraverso i suoi personaggi – indimenticabili e spassose istantanee del nostro tempo.

Come accade spesso per film e fiction che riportano in vita personaggi il cui ricordo è ancora vivo nei telespettatori e in particolare in chi li ha conosciuti e frequentati, Permette? Alberto Sordi non è piaciuto ai parenti dell’attore che, attraverso il giornalista Igor Righetti, cugino di Sordi, sulle pagine de il Corriere della Sera, hanno bocciato sia il film che l’interpretazione di Pesce.

“Quella di Edoardo Pesce è un’imitazione mal riuscita: non basta una protesi al naso e scimmiottare la parlata romanesca per diventare Alberto Sordi. Pesce non buca il video, al massimo lo graffia. Noi familiari siamo tutti delusi, peccato: è stata un’occasione persa. Intanto il film è stato presentato con l’idea di mostrare un Sordi inedito e sconosciuto, ma non c’è niente di nuovo, niente che non si trovi su Wikipedia. E poi ci sono un sacco di inesattezze, maldicenze e cattiverie. Io che l’ho conosciuto, Sordi non l’ho rivisto: per tutto il film viene ritratto come un cane bastonato. Non è vero che la professoressa dell’Accademia ce l’aveva con lui; non è vero che venne cacciato dal set di Scipione l’Africano; manca completamente il rapporto con i fratelli, il padre di Alberto morì che lui aveva 20 anni e loro quattro erano un clan”.

Permette? Alberto Sordi – Trama

Da giovanissimo Alberto Sordi viene espulso dall’Accademia di Recitazione dei Filodrammatici a Milano per la sua incorreggibile parlata romana. Ma Alberto non si arrende e, tornato a Roma, con la sua ricerca della qualità attoriale e con impegno tenace, riesce a diventare l’inconfondibile voce di Oliver Hardy, si fa notare sui palcoscenici del varietà e alla radio con il personaggio di Mario Pio. In quegli anni stringe un’amicizia destinata a durare nel tempo con il giovane Federico Fellini, che da lì a poco lo dirigerà ne Lo Sceicco Bianco e ne I Vitelloni, si innamora dell’attrice e doppiatrice Andreina Pagnani e raggiunge il trionfo con Nando Moriconi.



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1 Commento dei lettori »

1. PeppaPig ha scritto:

24 marzo 2020 alle 13:40

L’impressione dei promo non è molto positiva. Come scrive Righetti sembra di veder scimmiottare Sordi, anzichè omaggiarlo. Le scene viste qua e là in questi giorni mi hanno dato quasi un senso di fastidio, dico la verità. Non capisco perchè abbiano voluto calcare così tanto la mano sugli aspetti macchiettistici.
Sulla rispondenza tra sceneggiatura e vita vera non posso pronunciarmi, ma se è come dice la famiglia si tratterebbe di un’occasione sprecata anche da questo punto di vista.
Comunque, prima di dare un giudizio definitivo darò almeno un’occhiata alla fiction.



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