Oggi è iniziata la primavera, ma cambia poco, perchè la vita di molti italiani è in stand-by. E’ ferma dal 9 marzo 2020, da quando il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha chiesto agli italiani di restare a casa, per evitare l’ulteriore diffusione del Coronavirus che, ad oggi, ha ucciso oltre quattromila persone. Agli italiani è stato chiesto di restare uniti, di tutelare la propria vita e quella dei più deboli, per agevolare il lavoro di chi, invece, è costretto ad uscire per forza, come medici e infermieri che ogni giorno rischiano in prima persona. E l’Italia ha risposto. Non tutta, perchè c’è ancora chi esce di casa senza necessità, costringendoci molto probabilmente ad una quarantena più lunga del previsto, ma gran parte sì, da nord a sud. Mai come questa volta gli italiani sono tutti sulla stessa barca, sono una cosa sola, le scelte di uno si riversano in qualche modo su tutti. Ma, perfino adesso, c’è chi usa il mezzo televisivo per fare differenze, per puntare il dito e, soprattutto, per diffondere pregiudizi e preconcetti che mai come adesso sono del tutto fuori luogo.
Stasera Italia: per Barbara Palombelli il virus più diffuso al nord perchè lì si lavora di più
Succede che ieri sera, a Stasera Italia, la conduttrice Barbara Palombelli chieda ai suoi ospiti, con voce accorata e partecipe, perchè il Coronavirus si sia diffuso più al nord che al sud. Domanda legittima. Però, nel farla, ipotizza anche una risposta, che trasforma la sua voce delicata in un urlo sguaiato:
“Oggi è venuto fuori che il 90% dei morti è nelle regioni del nord. Che cosa ci può essere stato di più? Qualcosa di diverso, comportamenti… persone più ligie, che vanno tutte a lavorare? Come mai c’è questa esplosione al nord?”.
L’ha buttata lì, ci vogliamo augurare. Ma ha fatto male. Perchè con tutte le informazioni in suo possesso – ma in possesso di tutti gli italiani che si informano – avrebbe dovuto rifletterci un attimo, prima di lasciar passare il solito messaggio che al sud ci sia poca voglia di lavorare, assenteismo, lassismo e che invece al nord si è più ligi. In quel sud che da sempre, proprio come il nord, è composto da persone perbene e da persone che perbene non sono. Da chi rispetta le regole e da chi no.
La Palombelli avrebbe dovuto pensare, per esempio, al fatto che il paziente uno è stato ricoverato a Codogno, dunque è normale che l’epidemia si sia diffusa prima lì, mentre al sud sta arrivando massiccia adesso. Avrebbe dovuto riflettere sull’appello del sindaco di Milano che a febbraio lanciava la campagna #milanononsiferma, con i suoi cittadini che di conseguenza non rinunciavano all’aperitivo. Avrebbe dovuto tenere bene a mente le note immagini dei Navigli di Milano ancora pieni di persone a zonzo, le piste da sci con file interminabili, l’informazione che arrancava tra un “è solo un’influenza” e un “restate a casa“.
Avrebbe dovuto pensare tutto questo, invece di mettere in campo i soliti, banali, pregiudizi contro i meridionali. Che non sono esenti da colpe, perchè anche al sud c’è chi continua a bivaccare, c’è chi va a fare i picnic in spiaggia perchè è stanco di stare chiuso in casa, chi per tornare al sicuro da mamma e papà, nella notte tra il 9 e il 10 marzo, ha preso il treno nonostante la febbre, finendo per contagiare loro e chissà quanta altra gente.
Ma non è questo il punto. Non importa chi abbia iniziato, perchè non stiamo giocando un torneo di freccette. Non importa di chi è la colpa, perchè non serve a niente dare la caccia alla streghe, se non ad alimentare più rabbia e frustrazione. Non importa ciò che è stato, importa ciò che sarà. Così come non importa se la possibile cura sia stata trovata in un ospedale del sud o in un ospedale del nord, l’importante è che ci sia una speranza, che venga diffusa quella, oltre ai “bollettini di guerra” quotidiani.
E allora, se un telespettatore del sud… dopo aver passato l’ennesima giornata chiuso in casa, a cercare di lavorare al pc nonostante i figli che litigano e che richiamano la sua attenzione, dopo aver combattuto con la didattica a distanza, dopo aver convissuto per un’altra giornata con la paura, con l’incertezza, con il terrore di dover andare domani a fare la spesa ed indossare guanti e mascherina, incontrando i poliziotti fuori dal supermercato che garantiscono la corretta affluenza… Se quel telespettatore, preoccupato per i suoi figli, per i suoi genitori anziani, per la sua azienda che rischia perdite importanti, per i suoi dipendenti, per i suoi amici infermieri, deve rischiare di incappare in certe idiozie facendo zapping, o peggio ancora nella speranza di essere informato… allora è meglio evitare certi programmi d’informazione e ridarci le buone vecchie repliche di Walker Texas Ranger. Che almeno lì c’era un un supereroe che, di sicuro, avrebbe salvato tutti.
1. Tonio C. ha scritto:
21 marzo 2020 alle 18:16