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febbraio

Primafestival 2020: non ci siamo

Primafestival 2020

Artisti che, per cinque giorni, diventano idoli. Telecamere ovunque. Selfisti anonimi pronti all’agguato, gasati al massimo per il solo fatto di essere lì, all’ombra dell’Ariston. Avete presente il festoso brio che si respira attorno al Festival di Sanremo? Ecco: al PrimaFestival non lo troverete. L’appuntamento di Rai1 che anticipa e precede la messa in onda della kermesse non riesce a lasciare il segno e, anche quest’anno, spreca l’occasione.

E pensare che il potenziale del programmino è davvero enorme. Come sempre, infatti, l’interesse del pubblico per la rassegna canora è elevato e non c’è da stupirsi del fatto che – nonostante i contenuti siano mediocri – la trasmissione stia registrando ascolti positivi.

La conduzione, affidata ad , resta un mistero: la disc jockey marsigliese sembra mancare di spontaneità, elemento che invece dovrebbe essere il carburante di un format così agile. Meno copione e più brio, grazie. Sul punto, però, ci sentiamo di osservare che una certa tradizione è stata rispettata. Anche in passato, infatti, le donne alternatesi alla guida del breve programma (ricordiamo Melissa Greta Marchetto e Anna Ferzetti) non brillavano per abilità televisive.

Anche , solitamente convincenti nelle loro performance, nel contesto del Primafestival non riescono a dare il massimo. Le loro brevi interviste ai cantanti in gara non raggiungono particolari livelli di irriverenza, ma si accontentano di qualche bonaria battuta che male non fa, ma che nemmeno elettrizza. Le gag all’esterno dell’Ariston sono invece da rivedere.

Quanto ai contenuti offerti dal main sponsor di telefonia, ci tocca ribadire che non aggiungono nulla al programma ed anzi gli sottraggono (il già contingentato) tempo. Così, la trasmissione di Rai1 rischia di tradire la propria mission, cioè quella di creare vera attesa e curiosità attorno allo show dell’Ariston.

Nell’epoca dei social e dei contenuti disintermediati, bisogna considerare che esiste un altro ‘Primafestival’, forse più degno di questo titolo e più efficace di quello televisivo: quello che gli spettatori vedono e selezionano in autonomia sul loro smartphone.



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1 Commento dei lettori »

1. Marcello Carlacchiani ha scritto:

4 febbraio 2020 alle 13:24

Secondo me non viene fatto con l’idea di creare attenzione attorno al festival, è solo una scusa per fare la marchetta a TIM



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