Tra le novità lanciate quest’anno da Rai3 – rete distintasi proprio per il numero di inediti in palinsesto – ce n’è una di cui avremmo fatto tranquillamente a meno. Anche perché, di innovativo, ha davvero poco o nulla. Si tratta di Rai Pipol, il «late show» condotto in terza serata al sabato da Geppi Cucciari, la comica che piace alla gente che piace.
Segregata a notte fonda, Geppi si ripropone di offrire un ironico identikit del Paese con ospiti che appartengono a categorie curiose e differenti di volta in volta. Sabato scorso, ad esempio, ad animare il suo show sono stati i fan di qualcuno o qualcosa. La comica interpella i suoi ‘protagonisti per una sera’ e cerca di coglierne la stravaganza, disseminando qua e là battutine alquanto tiepide (salvo eccezioni), alle quali però il pubblico in studio reagisce con risate di compiacimento.
Peccato che, da casa, tutto questo coinvolgimento non lo si avverta affatto. La resa televisiva del programma, infatti, è al di sotto delle aspettative, disattese soprattutto rispetto alla denominazione di “late-night-people-show“, che qui non trova effettivi ed efficaci riscontri. Il motivo va ricercato principalmente nella conduzione della stessa Cucciari, che raramente stacca gli occhi dalla cartellina con il copione stampato, ma anche nel fatto che gli ospiti – per lo più gente comune – siano poco avvezzi al mezzo televisivo e ai suoi ritmi, che a maggior ragione andrebbero rispettati in una terza serata, quando la palpebra cala già di per sé e non ha bisogno di ulteriori agevolazioni.
Lo stesso discorso vale per gli “esperti di cittadinanza” (medici, avvocati e scienziati che dicono la loro sulle bizzarrie dei presenti in studio) e per i due musicisti di strada – fuori contesto – chiamati a strimpellare coi loro violini e spesso presi alla sprovvista rispetto agli accadimenti estemporanei della puntata. In studio c’è pure la sondaggista Alessandra Ghisleri, emblema di una disciplina in cui, sempre più spesso, i dati statistici si accompagnano al protagonismo di chi li divulga.
A ciò si aggiunge il carico della durata del programma, che inizia a 00.25 e si protrae per ben settanta minuti. Troppi per una trasmissione che, per sua fortuna, va in onda in una fascia in cui il pubblico (già di per sé molto ridotto) non ripone particolari attese.
1. Joseph ha scritto:
3 maggio 2019 alle 12:44