Una nuova icona POP. Già, XFactor deve, anzi dovrebbe, portare alle luci della ribalta una nuova pop star. Ma forse in troppi hanno trascurato, sin dall’inizio, quelle fondamentali tre lettere che, messe insieme, racchiudono l’essenza stessa di un successo internazionale qual è il format su cui si basa il talent show di Raidue.
POP. Popolare, dunque. Ma di popolare ad XFactor c’è davvero poco. Tutti intenti ad una ricerca quasi ossessiva di qualità ed originalità, hanno finito per trascurare quella necessaria volgarità (dove per volgarità il riferimento è esclusivamente al vulgus) che da una parte aiuta a consacrare al grande pubblico una nuova star del panorama musicale, e dall’altro giova inevitabilmente ai numeri dello show che può contare sul consenso popolare.
Ma non c’è stato verso. XFactor è risultato un programma di nicchia, in piena contraddizione con lo spirito che anima il format originale. E il colpo di grazia è stato inflitto con l’uscita di scena di Simona Ventura, unico elemento realmente pop dello show, che ha inevitabilmente accresciuto un’insopportabile presenza, catodicamente parlando, come quella di Morgan.
E si, il problema fondamentale dello show non è mica l’arrivo di Claudia Mori che magari, in una triade diversa, avrebbe potuto anche farsi apprezzare, ma l’aulicità musicale, incomprensibile ai più, di Morgan, che lungi dall’essere sul banco dei giudici di uno show TE-LE-VI-SI-VO credeva con ogni probabilità di essere chiamato a soddisfare i propri capricci musicali con i protagonisti dello show di Raidue. Una musica per palati raffinati che ha oscurato cantanti validi costringendoli in esibizioni poco adatte alla natura di ciascuno ma che nulla ha potuto - e meno male – contro quella straordinaria intimità - fortunatamente popolare – del vincitore della terza edizione, Marco Mengoni.
Succede così che uno show con guest star di prim’ordine rimanga incollato a dati d’ascolto spesso risibili che si cerca di giustificare con una concorrenza che, francamente, era quasi assente e avrebbe consentito di far spiccare il volo ad uno show che sulla carta è straordinario, nei fatti decisamente meno.
Ha detto bene ieri, in conferenza stampa, il Direttore di rete Massimo Liofredi quando affermava che XFactor è al 30% delle sue possibilità. Esatto, proprio così. E proprio per questo, dal prossimo anno sarebbe auspicabile una rivoluzione totale che coinvolga conduttore, giudici, vocal coach che, insieme all’imbarazzante tocco glamour di Luca Tommassini, hanno probabilmente dato allo show tutto ciò che potevano dare. E che a noi non è piaciuto.
1. ciaoaudio ha scritto:
3 dicembre 2009 alle 16:46