Caro Claudio, l’hai fatta grossa. Credo di non aver mai definito ‘un bel Festival‘ i Sanremo che ho all’attivo nei miei anni di attività. L’ho fatto per Sanremo 2018 e pare sia opinione diffusa. Ma soddisfazione personale (tua) a parte, chissà se tu sia conscio di cosa hai combinato. Come ho scritto nella recensione della premiere, è stato un Festival di rottura. Hai scardinato, non so se volontariamente o meno, alcuni capisaldi della manifestazione canora più celebre del Paese e, vuoi o non vuoi, niente potrà essere più come prima.
Hai fatto la cosa più semplice che in un Festival della Canzone si potesse fare, ma che negli ultimi anni, per assurdo, non è stato mai fatto: hai messo al centro di Sanremo la musica. Certo, era principalmente la tua, ma proprio la tua musica ha fatto sì che il pubblico potesse apprezzare anche quella portata in gara gli artisti della 68esima edizione. Buona musica, tra l’altro, per niente ‘festivaliera’, in quell’accezione negativa che era indelebilmente legata ai pezzi che passavano dall’Ariston.
Sempre la tua musica ha funto da richiamo per grandi artisti italiani che da ospiti sono diventati protagonisti di un Festival trasformatosi in breve in una Festa della Musica. Certo, eviterei di spostare troppo il baricentro togliendo centralità alla gara, così come eviterei di esagerare con quel fastidio ’super’ davanti all’ospite di turno, ma queste per ora sono questioni secondarie e ancora governabili.
Hai scardinato pure altre certezze che andavano al di là di quel palco: hai fatto apprezzare l’eterna spalla Michelle Hunziker come conduttrice e hai fatto risultare il già apprezzato Favino, noto per la sua spocchia, in un attore addirittura simpatico. Sei riuscito a mettere in piedi un trio nel quale in pochi credevano ma si è rivelato, in barba alle previsioni, un ottimo mix di tre professionalità diverse e lontane. Tre professionalità che, prese singolarmente, non avrebbero mai potuto portare avanti un carrozzone come quello appena terminato.
Immaginerai che tutto questo è un problema. Sanremo 2018 ha alzato l’asticella, non solo per quanto riguarda il tipo di conduzione, ma soprattutto per ciò che attiene alla musica. Non tutti i direttori artistici che verranno dopo di te potranno far leva su un potere persuasivo paragonabile al tuo nei confronti dei più prestigiosi colleghi; nè sarà facile trovare un conduttore che se ne intenda di musica allo stesso modo. Figuriamoci uno in grado di cantare come Baglioni.
1. Gianni ha scritto:
12 febbraio 2018 alle 19:42