Obiettivo: arrivare ultimi! E’ ormai diventato un mantra per Elio e Le Storie Tese, che lo ripetono ogni volta e lo fanno anche in questo Festival di Sanremo 2018. “La musica ha stancato“, ci hanno raccontato con il piglio ironico che li contraddistingue. Scatenati, hanno anche svelato come sarebbe il Festival dei loro sogni. Non mancano delle velate frecciate alla kermesse…
Elio e le Storie Tese a Sanremo 2018, obiettivo arrivare…?
Rispondono in coro: “Ultimi!”.
Perchè?
Risponde Faso: “Perchè l’ultima posizione è eccitante. Pensa all’ultimo vagone del treno che è accusato di essere l’ultimo vagone; o all’ultima ruota del carro. Ma attenzione, se tu prendi un carro e togli l’ultima ruota del carro, che cavolo succede?”.
Interviene Elio che non è d’accordo: “No ma scusa, non c’è un’ultima ruota del carro, sono due le ultime ruote del carro”.
Faso: “Immagina però un carro bidimensionale, come il carro pensato dagli Egizi, aveva solo due ruote!”.
Poi parla anche Cesareo: “Ultimo non vuol dire negativo, perchè se tu pensi a un incidente ferroviario sull’ultimo vagone magari rimani vivo, quando vai in aereo tendi sempre a essere uno degli ultimi. E allo stesso modo ti salvi la vita al Festival di Sanremo: se arrivi ultimo gli altri cantanti ti vogliono comunque bene”.
Faso: “E senza andare sull’osè, ma essere ultimo in un momento intimo per lei non è meglio?”.
Quando si saranno sciolti cosa faranno gli Elii?
Risponde Elio: “Ci sono tante idee. Alcune sembrano assurde, ma anche l’idea di fondare un gruppo con il nome Elio e Le Storie Tese all’epoca sembrava assurda, e poi invece… Non prendete per troppo assurde queste idee che stiamo per dirvi. Io vorrei fare il rapper, youtuber, influencer che tutti insieme sono un po’ troppa roba, quindi partirei con un altro ruolo: consulente per aggirare le norme del Festival. Secondo me è un’attività che non esiste e nel futuro avrà un successo strepitoso e dove si guadagneranno tantissimi soldi, ma non esiste ancora il ruolo. Lo stanno inventando, si stanno creando delle opportunità”.
Quindi intanto Arrivedorci?
“Arrivedorci sì, però vorrei fare il consulente anche per creare un nuovo tipo di Festival. Alla base, il succo di questa nuova idea di Festival, è di fare un Festival senza le canzoni. So che sembra troppo, però ascoltate: le canzoni sono venti, quattro minuti l’una. Se c’è la presentazione arrivi a quattro o cinque minuti l’una e siamo già a un’ora e mezza abbondante. Se tu da uno spettacolo infinito nel quale, parliamoci chiaro, al pubblico delle canzoni non interessa niente perchè si parla solo degli ospiti, dei presentatori, della Hunziker, di quello e di quell’altro. Se tu gli togli un’ora e mezza, arrivi a uno show rapido, scattante e snello di due ore e mezza dove ci sono solo ospiti: presentatore, ospite, presentatore, ospite, pubblicità, presentatore, ospite e così via, e alla fine ti chiedi ‘Vabbè, ma è una gara?’ Allora premi il miglior ospite. Classifica degli ospiti. Mi raccomando non fatelo perchè è un’idea nostra. Guardatevi bene dal farlo”.
Faso: “Inventato da Elio e le Storie Tese, scrivi. Volevo però solo dire, uno sviluppo potrebbe essere una gara di presentatori, che scelgono la scala con un bel vestito. Scende uno, poi esce, e poi l’altro”.
Elio: “Ovviamente con l’orchestra, con tutto quello che ci vuole, con il titolo anche ‘Festival della Canzone’, ma senza canzoni”.
E i Neri per Caso come li avete ‘riesumati’?
Rispondono in coro: “Riesumati?!”, poi Cesareo: “Sono in super attività però è un momento di stanca qui in Italia, perchè in Italia capiscono poco quali sono i veri valori da attribuire alle cose belle”.
Elio: “A parte i critici competenti, però diciamo che il pubblico non si rende conto che in Italia c’è un gruppo che ci invidierebbe tutto il mondo, e sono loro, i Neri per Caso”.
Faso: “Hanno questo difetto qua, quello di essere bravi. Di cantare bene, di essere intonati, cantano dal vivo e non in playback. Sono cose un po’ fuori dal tempo, mi rendo conto. Non usano nemmeno l’autotune, fanno tutto alla vecchia come le tagliatelle della nonna. Questo è un po’ un limite. E’ vero che non li si vede tanto in giro, così come non si vede tanto in giro altra gente molto brava che purtroppo non riesce ad avere uno spazio in un paese dove, diciamolo, la musica ha stufato. Io sono anni che mi accorgo che i poveri conduttori radiofonici a un certo punto devono stare zitti e smettere di parlare con quelli che sono in macchina nel traffico, e di raccontare cosa hanno fatto la sera, prima perchè devono mettere su della musica. Allora io, questa musica che interrompe la gente che parla in radio, io veramente non ne posso più! Anzi mi sento in colpa per averne scritta. Elio: “Vogliamo chiedere scusa a tutto il social per avere scritto musica”.
Faso: “Adesso scusate ma io vi dico cosa voglio fare, io voglio fare l’autore, perchè ho visto che è pieno di bellissime trasmissioni dove si possono scrivere delle battute brutte”.
Cesareo: “Io ne ho uno migliore. Siccome il Festival di Sanremo non finirà mai, anzi forse ne faremo uno noi con questa formula, io voglio fare il fonico di palco del Festival di Sanremo perchè non devi fare niente”.
1. Antonio ha scritto:
10 febbraio 2018 alle 18:56