Al Teatro Ariston di Sanremo si sono accese le luci perché è tempo di prove, ad una settimana dall’inizio del 68° Festival della Canzone Italiana guidato da Claudio Baglioni. Viene così svelata la scenografia di Emanuela Trixie Zitkowsky: un incontro tra luce, immagine e architettura che la scenografa definisce come “una città del futuro”.
“La scenografia, pensata come un auditorium, è concepita prospetticamente per espandersi nel Teatro Ariston. Maglie larghe in acciaio – quasi vie – costruiscono un legame con l’esterno attraverso percorsi di luce. Il bianco trionfa: purezza dell’arte. La musica al suo interno, proprio grazie a queste maglie di legami, esce all’esterno traendo ispirazione e motivo di esistere. Gli elementi architettonici donano volumi di scena a rappresentare un agglomerato urbano, una città del futuro. Attraverso due spirali video che si innalzano e si elevano in torsione elicoidale per aiutare la musica ad innalzarsi verso nuovi orizzonti. Gli archi acustici trovano verticalità per aiutare i suoni a diventare universali”,
dichiara la Zitkowsky. Intenzioni, dunque, complesse e sicuramente ambiziose, che fanno del palco di quest’anno una novità assoluta per il Festival di Sanremo. Un auditorium del futuro, dove spiccano due elementi chiave del passato: il sipario e la scala.
“Mille metri quadrati di video e di luce – prosegue la scenografa – trasformano il tempio immacolato in una tavolozza dai mille colori. Un sipario progettato in quattro lame scende e preserva gli spazi preannunciando nuove visioni attraverso le sue 4.870 lampadine a goccia che richiamano il passato ma custodiscono nel nucleo nuove tecnologie proiettate nel futuro. Nel cuore della scena un fiore strutturale chiude la prospettiva a simbolo della purezza di tutte le arti e sboccia aprendo i suoi petali di luce svelando il suo interno: cuore pulsante che diviene introduzione all’ascolto della musica (la scala)”.
Il palco, come vi avevamo già detto, ’sovrasta’ la platea, diventando il più grande di sempre nella storia del Teatro Ariston. Un’altra curiosa caratteristica, oltre alle dimensioni, è che sarà nero e a specchio, donando una visione brillante in un contesto completamente bianco, dove l’orchestra, posizionata in entrambi i lati della scena, è disposta su due piattaforme, introdotte dalle scale.
“Come in una moderna architettura dove i canoni vengono sovvertiti e l’orizzontale diviene verticale la scenografia interpreta il passaggio, le vie e l’infinito delle variazioni musicali alla ricerca dell’assoluto”,
chiosa Emanuela Trixie Zitkowsky.
[TUTTO SUL FESTIVAL DI SANREMO]
1. aleimpe ha scritto:
28 gennaio 2018 alle 18:08