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gennaio

La Linea Verticale: i reparti ospedalieri raccontati su Rai 3 con un iperrealismo amaro ma graffiante

La Linea Verticale

La Linea Verticale

Rai 3 torna alla serialità italiana dopo l’esperimento poco fortunato di Non Uccidere, passato poi a Rai 2. E lo fa con una fiction molto particolare, amara e tragicomica, che debutterà stasera alle 21.45 ma che è già disponibile dal 6 gennaio su Rai Play, e che abbiamo visto per voi: si tratta de La Linea Verticale, coproduzione Rai Fiction – Wildside realizzata dal Centro di Produzione Rai di Napoli e composta da otto episodi da venticinque minuti ciascuno, divisi in quattro brevi prime time.

La Linea Verticale da stasera alle 21.45

Il protagonista è Valerio Mastandrea, ovvero Luigi, un quarantenne con una bella famiglia di cui occuparsi che scopre improvvisamente di avere un tumore e di dover subire un delicato intervento chirurgico. Da quel momento la sua vita viene stravolta e il reparto di urologia oncologica dell’ospedale diventa la sua casa, i pazienti i suoi fratelli, con i quali è costretto a condividere una condizione che nessun altro fuori di lì può capire fino in fondo.

La Linea Verticale si presenta quasi come un’opera teatrale, che si svolge sul palcoscenico dell’ospedale, dal quale non si esce mai perchè è un mondo chiuso che viene indagato con perizia ed attenzione, con improvviso sarcasmo e paradossi ma senza mai lasciar sfuggire il dramma sottostante, che la fa da padrone rendendo il racconto angosciante, come quasi sempre accade con i prodotti ambientati in corsia.

Il microcosmo messo in scena con maestria dai vari Greta Scarano, Giorgio Tirabassi, Ninni Bruschetta, Paolo Calabresi ed Antonio Catania è complesso e graffiante, fa riflettere e può contare su una veridicità spiazzante, dovuta al fatto che l’idea nasce da un’esperienza autobiografica del regista Mattia Torre. Quel che si vede può sembrare esagerato, ma per chi conosce certe situazioni non lo è affatto e per questo ricorda a tratti il meccanismo di Boris, da cui eredita produzione e alcuni interpreti.

Un iperrealismo estremo e che forse cozzerà con il palinsesto del sabato sera ma che merita un’occasione.



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2 Commenti dei lettori »

1. Pongo&Peggy ha scritto:

13 gennaio 2018 alle 13:03

Quando ho visto i promo anche a me è venuto subito in mente il paragone con “Non uccidere”, con cui condivide anche l’infelicissima collocazione. Spero di sbagliarmi, ma chi mai guarderà un prodotto del genere al sabato sera?



2. Antonio Sanna ha scritto:

14 gennaio 2018 alle 15:29

Io l’ho visto ed è un prodotto originale, ben fatto, ben recitato, e in termini di ascolti per essere stato trasmesso di sabato alle 21.45 penso sia andato bene superando rai due e italia uno…davvero complimenti agli attori e al regista e sceneggiatore!



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