21
maggio

Gazebo, Alfano denuncia Zoro e gli autori: «Campagna diffamatoria durata anni»

Angelino Alfano

Il Ministro degli Esteri ha dichiarato ‘guerra’. E altro che Isis: il bersaglio della sua reazione è Gazebo, il programma di Rai3 condotto da Zoro. Dopo l’ultima puntata stagionale (andata in onda lo scorso 19 maggio), Angelino Alfano ha annunciato una querela per diffamazione, in sede civile e penale, contro gli autori e conduttori della trasmissione lamentando una “campagna diffamatoria durata anni”. Lo annuncia una nota di Alternativa Popolare, il partito presieduto dal politico siciliano.

All’indomani dell’ultimo appuntamento stagionale (che è stato pure funestato da un black out in diretta), l’Ufficio Stampa di Alternativa Popolare ha emesso una nota in cui si legge:

Ieri con i soldi degli italiani, due milioni e mezzo di euro per il 2017!!!, si è consumata la consueta diffamazione. Quel che è più grave è che essa è stata perpetrata da parte del servizio pubblico. Il presidente di Alternativa Popolare, Angelino Alfano, annuncia, dunque, di avere dato mandato ai propri legali per denunciare autori e conduttori di Gazebo in sede civile e in sede penale“.

E di seguito sono specificate le motivazioni dell’azione legale, che arriva dopo un lungo periodo di schermaglie a distanza tra Alfano ed il programma di Rai3.

Alfano – si legge - allegherà i riferimenti diffamatori a lui rivolti durante gli ultimi tre anni di puntate televisive di Gazebo, per dimostrare ciò che sarà facile dimostrare: non si è trattato di un singolo atto diffamatorio, che sarebbe stato comunque grave, ma di una intera campagna diffamatoria durata anni a spese del contribuente e con una pervicacia diffamatoria che rende plateale il dolo, l’intenzionalità, la tenace volontà di creare un danno alla persona e all’area politica che rappresenta…”.

Il presidente di Alternativa Popolare ha poi fatto riferimento ai responsabili del servizio pubblico, aggiungendo che la “diffamazione non può che essersi svolta con la azione o la dolosa e persistente omissione di una intera catena di comando“. E – ha assicurato – anche i massimi vertici saranno chiamati a rispondere della contestazione mossa.

Nei giorni scorsi Alternativa Popolare aveva respinto la richiesta di accredito di Gazebo per partecipare alla conferenza stampa sulla legge elettorale. La querela è stata il passo successivo, rivelatore di un clima già tesissimo. A colpire è la severità persino esagerata di tale reazione, ed ora sarà interessante capire se e come la Rai intenderà difendere le scelte di un programma la cui riconferma è ancora in forse. Secondo indiscrezioni, infatti, Zoro si aggiunge all’elenco degli artisti che dalla prossima stagione potrebbero approdare a nuovi lidi televisivi.

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7 Commenti dei lettori »

1. Luna ha scritto:

21 maggio 2017 alle 11:41

Io invece farei un monumento a Zoro.



2. Michele ha scritto:

21 maggio 2017 alle 12:43

Come direbbe Crozza-De Luca: “un personaggetto”.



3. daniele ha scritto:

21 maggio 2017 alle 13:28

A costo di dare ragione ad Alfano, ma la tv deve occuparsi di politica senza fare politica, sono due cose differenti. Già ci bastano Berlusconi e Grillo.



4. Michele ha scritto:

21 maggio 2017 alle 15:04

@daniele Non concordo.
Hanno sicuramente una linea editoriale chiara e decisa su determinati temi sulla quale si può essere in accordo o meno, ma sono ben lontani dal fare quella propaganda nemmeno tanto velata che caratterizza alcuni talk o programmi di infotainment.

Comunque, se questo è “diffamare”, consiglio di dare un’occhiata a cosa stanno facendo i Late Show americani in questo periodo. Alcuni sono arrivati ad insultare letteralmente il presidente.
Qua è impossibile anche solo immaginarlo.



5. RoXy ha scritto:

21 maggio 2017 alle 16:42

@daniele: è molto facile immaginarlo invece, visto che Crozza in ogni puntata del suo show da letteralmente dello “scemo” a Salvini, e non si tratta di satira o di battute. Anzi! La satira viene utilizzata solo come pretesto per permettere a Crozza di dare sfogo alle sue pulsioni salvinofobiche filopdiote.
Ad ogni modo Alfano cosa si aspettava? Che Zoro prendesse di mira il suo datore di lavoro, colui che gli garantisce lo stipendio, ossia il Reuccio di Rignano sull’Arno, nonchè alleato di Alfano? Beh si sbaglia, anche perchè se solo avesse provato a farlo di sicuro qualche solerte deputato PD coadiuvato dagli amici magistrati avrebbe trovato il modo di fargli chiudere il programma come successo con il caso Report.



6. Giuseppe ha scritto:

21 maggio 2017 alle 16:55

Alfano non ha bisogno di essere diffamato da altri, la sua fama se l’è costruita da solo.



7. Sanjuro ha scritto:

22 maggio 2017 alle 12:07

Ah, ma ha chiuso Report?
Oppure la versione che va in onda ora è quella autorizzata da Rothschild?
Certo che sotto questa dittatura maoista che da 5 anni ci costringe a lavorare nei laogai e a versare 35 euro di tasca nostra al giorno a ogni singolo migrante non ci si capisce più nulla!



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