16
gennaio

IL BELLO DELLE DONNE: ALCUNI ANNI DOPO… IL TONFO

Il Bello delle Donne... Alcuni anni dopo

Il Bello delle Donne... Alcuni anni dopo

Passato (più o meno) lo shock causato dalla visione della prima puntata de Il Bello delle Donne… Alcuni anni Dopo – che ci ha costretti ad un commento ermentico ma necessario – eccoci qui ad analizzare il ritorno di quella che è stata a suo tempo una delle fiction più particolari ed innovative di Canale 5. Vecchia fiction che, se finora a taluni poteva essere sembrata trash o eccessiva, dopo quanto andato in onda venerdì sera ha quasi assunto i connotati di un capolavoro irripetibile e senza pari.

Il Bello delle Donne… Alcuni anni Dopo: recitazione scolastica, sceneggiatura improbabile e lacunosa

Il Bello delle Donne… Alcuni anni Dopo si è presentato come una “buffonata” mai vista prima: un protagonista di puntata, Sam, improbabile e ridicolo in ogni scena, patetico fino allo stremo; recitazione scolastica e senza il minimo pathos da parte di molti big come Claudia Cardinale del tutto fuori fase; dialoghi banali e di una pochezza sconcertante accompagnati da buchi di sceneggiatura (Luca, per esempio, come sapeva dov’era la casa di Jessica?). Le donne, invece, che dovevano apparire come guerriere coraggiose, sono apparse come delle poco di buono, gabbate da un mascalzone un pizzico più disgraziato di loro. Roba da indignarsi, altro che femminismo.

A tutto ciò va aggiunto il fatto che l’intero ecosistema de Il Bello delle Donne è stato reso grezzo dal trasferimento della serie dalla provincia umbra a Roma, di cui è stato messo in scena solo il peggio. E a dispetto della sigla, così simile a quella originale e dunque capace di far scattare in apertura l’operazione nostalgia, dei fasti di un tempo non è rimasto davvero nulla, cosa che ha deluso i telespettatori che avevano riposto in questo ritorno non poche speranze. Gli ascolti, neanche a dirlo, sono stati un sonoro tonfo.

La Ares e i suoi melò trash, tanto criticati da tutti, molto spesso sono invece da apprezzare quantomeno per la notevole capacità di far parlare, di creare un caso, di spiazzare. Per la costanza e la coerenza, per il coraggio di proseguire su una strada “sbagliata” riuscendo a convincere il pubblico, ad appassionarlo. Ma stavolta tutto questo, se pure ci fosse, non basterebbe: Il Bello delle Donne… Alcuni anni Dopo è stata una visione quasi oltraggiosa, irrispettosa.

Senza assolutamente partire dal preconcetto che certe fiction siano spazzatura, ma giudicando questa nel suo contesto e non in senso assoluto, è stata imperdonabile, soprattutto perchè ci voleva davvero poco per evitare di cadere così in basso: l’idea, infatti, c’è. Ci sono personaggi interessanti, qualche attore capace, e perfino Manuela Arcuri non è sembrata così malvagia nel contesto, complice probabilmente un ruolo che le calzava a pennello e in cui si è sentita a suo agio.

Il Bello delle Donne… Alcuni anni Dopo: bravi la De Sio e Bellinzoni

L’unica speranza che resta per dare un senso a quanto visto è che la prima puntata sia stata solo un’apripista e che, archiviato l’inutile e volgarissimo Sam, la narrazione torni su binari accettabili e sensati. Magari anche grazie alla performance di Giuliana De Sio che, apparsa in scena per pochissimi secondi con la sua Annalisa, è stata capace di portare un po’ di luce nel buio più profondo: l’unica scena veramente degna di essere vista, infatti, è stata quella tra lei e Massimo Bellinzoni, alias Luca. Che pure va promosso per la delicatezza e allo stesso tempo per l’intensità della sua interpretazione.

In loro noi confidiamo. Ma per liberarci dagli incubi causati da Lalla la Sciacalla e dal suo jingle ci vorrà del tempo.

Il Bello delle Donne…Alcuni Anni Dopo – Intervista a Giuliana De Sio

Il Bello delle Donne… Alcuni Anni Dopo – Intervista a Manuela Arcuri

Il Bello delle Donne… Alcuni Anni Dopo – Intervista ad Adua Del Vesco

Il Bello delle Donne… Alcuni Anni Dopo – Tutti i Personaggi



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11 Commenti dei lettori »

1. Lorenzo ha scritto:

16 gennaio 2017 alle 11:48

Recensione perfetta!
Per salvarsi che diano spazio all’anima della serie: Annalisa Bottelli alias Giuliana De Sio.



2. Mara ha scritto:

16 gennaio 2017 alle 11:57

Bravo Davide! Anch’io ho avuto la stessa impressione ed è un peccato, dato che attendevo con ansia il ritorno di una fiction che mi ha emozionato tanto. Vedendo la prima puntata, ho notato molti punti in comune con “Caterina e le sue figlie 3″, anche per questa serie il terzo capitolo era diventato purtroppo comicamente assurdo.
Per il jingle di Lalla la Scacalla, la musica è riciclata dalla sigla della fiction “Mogli a pezzi” ….



3. andrea ha scritto:

16 gennaio 2017 alle 12:20

ciao, prima di commentare vediamo tutta la serie …
ho letto su molti social pareri negativi…
Se andiamo a rileggere gli articoli che uscivano quando c’erano le altre serie, erano gli stessi perché già allora il bello delle donne è stato definito trash.
a tutti quelli che commentano dicendo che la serie è volgare, voglio sottolineare che il personaggio di Nitto è così, volgare, usa la donne a proprio piacimento, nel mondo reale ci sono persone come lui e anche peggio, mi spiace a dirlo, ma ci sono quindi non vedo il motivo di accanirsi così tanto,.



4. pappy ha scritto:

16 gennaio 2017 alle 12:25

per forturna c’è il bravissimo Massimo Bellinzoni … per il resto il baratro.
la De Sio si è vista troppo poco per poter giudicare, speriamo in bene ma la vedo dura.



5. JLG ha scritto:

16 gennaio 2017 alle 12:55

Un vero peccato sciupare quest’occasione.
Il marchio è forte, è nella memoria di tutti e si poteva fare un sequel degno di questo nome. Certo, fin dalla scelta del cast era prevedibile una valanga di trash, ma non a questi livelli.
Concordo con quanto avete scritto e aggiungo che è una mancanza di rispetto totale verso il pubblico, un prodotto vergognoso, che esplicita la considerazione bassissima che hanno verso chi segue quella rete.
Scrittura, cast e recitazione da brividi, credo il punto più basso mai raggiunto dalla fiction italiana.



6. lady vendetta ha scritto:

16 gennaio 2017 alle 14:43

a proposito di buchi di sceneggiatura, ma Luca non si era sposato con l’ex tossica proprietaria del bar (non mi ricordo il nome), per impedire ai servizi sociali di toglierle in figlio?



7. Marco89 ha scritto:

16 gennaio 2017 alle 14:59

Bravissima Stefania. Non avresti potuto commentare con maggior precisione e lucidità quanto andato in onda venerdì. Complimenti. L’unico motivo per cui continuerò a seguire la serie è la De Sio, donna carismatica e talentuosa, di una bravura indescrivibile. Come lei davvero poche.



8. Tina ha scritto:

16 gennaio 2017 alle 18:42

Mai vista una cosa talmente oscena.vergogna



9. Giorgio80 ha scritto:

18 gennaio 2017 alle 16:36

Purtroppo senza che la lezione non venga mai imparata e così si continuano a proporre sequel che, privi di elementi fondamentali, risultano indigesti al pubblico, memore solo di pochi aspetti. A mio giudizio, da fan storico, l’errore madornale è stato quello di trasferire la scena dalla caratteristica Orvieto (peraltro mai esplicitamente nominata nella serie storica ma ben riconoscibile), cambiare quasi tutte le musiche (Antonio Sechi aveva uno stile sicuramente diverso da Caprioli) e puntare troppo sulla commedia ricca di macchiette coatte (come Sam e Jessica). Anche solo la sigla storica aveva un inizio più raffinato, con la seconda parte in cui si vedevano una finestra spalancarsi e i petali di rose volare su un’agenda.. Non è dato sapere pubblicamente il perché di questo cambio radicale, certo non penso fosse impossibile ricostruire la via col salone e il bar Cammilletti. Purtroppo, poi, Ares ormai punta su volti che piacciono o sono detestati, come l’Arcusi, Del Vesco, Morra..e su esagerazioni (Lalla La Sciacalla è effettivamente una caricatura..ma quante se ne vedono in rete?). Non so, probabilmente c’è stata una leggerezza o imprudenza da parte di Ares nel riproporre il suo cavallo di battaglia (Il Bello resta il suo capolavoro, al di là di Garko e l’Onore e il rispetto), evidentemente non considerando sufficientemente le aspettative del pubblico. Che comunque nei commenti sembra dimostrare un ricordo angelicato della serie storica, dove anche lì c’erano parolacce e situazioni surreali mischiate a quelle drammatiche. Probabilmente, però, il tocco di Maurizio Ponzi, il regista grande assente di questo sequel, sapeva plasmare tutto sapientemente…



10. Giorgio80 ha scritto:

18 gennaio 2017 alle 16:42

P.S. Quando dico che la lezione sembra non venga mai imparata mi riferisco a seguiti come Fantaghiro’ 5 o Elisa di Rivombrosa 2 voluti fortemente dalla rete e risultati scempi delle serie originali. Il Bello delle Donne Alcuni dopo era stato voluto da Mediaset e non da Ares che aveva deciso di chiudere la serie ancora nel 2003, nonostante i buoni ascolti. Proprio come Fantaghiro’, che per gli autori e il buon senso era finita col 4. Ok provare a continuare ma non basta mantenere il titolo e qualche attore..se cambi ambientazioni, musiche e cast non farai altro che deludere il pubblico affezionato.



11. GiuseppeB ha scritto:

1 novembre 2017 alle 11:58

Rileggo con amarezza questa recensione, oggi preso da una certa nostalgia per una fiction che anni or sono mi lasciò bei ricordi… Che dire, hai descritto tutto ciò che penso… Come hanno potuto fare una porcata del genere? Dico perchè stravolgere drasticamente tutto? c’era questo bisogno? A Losito bastava il lavoro semplice di creare nuove storie e nuovi intrighi, senza cambiare location e scenografia. Cavolo quanto mi manca la via dei mercanti, quei luoghi romantici, quei personaggi che anche se molti sono stati trash, questi del bello di alcuni anni dopo li hanno superati del tutto…



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