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gennaio

IL TG5 COMPIE 25 ANNI. DOMANI SI FESTEGGIA CON UNO SPECIALE CONDOTTO DA BONOLIS CON MENTANA, MIMUN E ROSSELLA

Tg5 - i fondatori e la prima redazione

Tg5 - i fondatori e la prima redazione

Primo quarto di secolo per l’informazione targata Canale 5. Il 13 gennaio 1992 alle 13, infatti, Enrica Bonaccorti cedeva la linea da Non è la Rai alla prima edizione del Tg5 – non senza qualche intoppo – condotta da una giovane Cristina Parodi e diretto da Enrico Mentana. Oggi, dopo venticinque anni di onorato servizio, si è saputo imporre tra i telegiornali delle generaliste ed è secondo solo al Tg1, per numero di spettatori. Il direttore Clemente J. Mimun, domani sera celebrerà la ricorrenza in uno Speciale del tiggì presentato da Paolo Bonolis, subito dopo la seconda puntata di ‘C’è Posta per te’.

Il mattatore di Avanti un altro, qui per l’occasione in versione “mezzobusto” sarà affiancato dai due direttori storici: “Chicco” Mentana, oggi alla guida del Tg La7, e Carlo Rossella, attualmente presidente di Medusa Film, insieme a Mimun, in carica invece dal 2007. Quest’ultimo, intervistato dall’Ansa ha spiegato i meriti del suo telegiornale:

Il Tg5 ha allargato la possibilità di scelta degli italiani e costretto gli altri a migliorarsi, a uscire dal linguaggio paludato di allora. Ha provocato un terremoto di cui hanno beneficiato tutti in tv”.

Oltre all’attuale direttore, si ricordano tra i “padri fondatori” – oltre a Mentana – anche Emilio CarelliLamberto SposiniCristina Parodi e Cesara Buonamici, e poi volti noti che il pubblico ha imparato a conoscere nel tempo come l’indignato speciale Andrea Pamparana o la vicedirettrice di Videonews Siria Magri, passando per i reportage di Toni Capuozzo o le notizie sportive di Giacomo Crosa. Di quel primo giorno, sempre Mimun, ricorda:

”Il ricordo più bello, e più divertente, è la partenza grottesca. Alla conduzione c’era Mentana: non partivano i servizi, le cassette erano guaste. Enrico, da esordiente, ha avuto nervi d’acciaio. Pensavamo che sarebbe finita lì, che non avremmo avuto prove d’appello. Invece il giorno dopo scoprimmo di aver battuto il Tg1 al primo colpo”.

Provocato poi sull’ipotesi sollevata da alcuni dell’esistenza di un tg unico filorenziano, risponde:

Chiunque lo dica, dice una sciocchezza. Ogni tg ha la sua identità. Semmai fanno un unico Sanremo, fanno il Festival della nazione (…) A me piace la competitività: se ho un bomber, come Maria De Filippi, non lo presto certo alla squadra avversaria. Poi, sa che le dico: quando ero in corsa per la direzione di Rai1 dissi che con me non ci sarebbero stati né Miss Italia, né Sanremo. Sono programmi vetusti, che non hanno più senso. Ieri ho visto Music di Paolo Bonolis, un programma di una qualità fantastica. Serve ancora Sanremo?



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1 Commento dei lettori »

1. Emanuele Nesca ha scritto:

13 gennaio 2017 alle 18:35

Ricordate a Mimun che le modifiche che fece lui sono vetuste di 10 anni, sempre lo stesso studio, almeno il festival cambia scenografia ogni anno!!



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