13
settembre

GIOVANI E RICCHI: IL DOCU-REALITY ABBATTE IL TABÙ DELLA RICCHEZZA ESIBITA

Giovani e ricchi

Vestono firmati, viaggiano su macchinoni placcati in oro, spendono migliaia di euro in vacanza e ostentano il tutto su Instagram. I rich kids all’italiana incuriosiscono, creano dibattito, talvolta scandalizzano. Il loro mondo di cristallo andava raccontato oltre la sfera dei social e benissimo ha fatto Rai 2 a rappresentarlo in Giovani e ricchi, il docu-reality trasmesso ieri in seconda serata e curato da Alberto D’Onofrio.

La rete diretta da Ilaria Dallatana ha proposto un prodotto interessante e scorrevole, che ha avuto innanzitutto il pregio di abbattere un tabù: quello della ricchezza esibita con irritante sfrontatezza.

In tempi di crisi, infatti, era facile immaginare che le vite da nababbi di Camilla Lucchi, Federico Bellezza, Giovanni Santoro e Aberto Franceschi (questi i protagonisti di Giovani e ricchi) potessero suscitare indignazione e invidie. Ma la ricchezza – andrebbe ricordato – non è un peccato, bensì un valore. Certo, tutto diventa discutibile quando essa viene sperperata o investita in maniera ‘bizzarra’, fastidiosa, forse offensiva, ma il docu-reality in questione ha meritoriamente scelto di non formulare giudizi in tal senso e di non strizzare l’occhio a considerazioni moralistiche sull’agiatezza ostentata da quattro ragazzotti decisamente viziati, ma anche onesti nel riconoscere l’eccezionalità dei loro privilegi. D’Onofrio ha acceso la telecamera ed ha lasciato che fossero i protagonisti stessi a svelarsi, senza filtri e senza inutili chiose da parte del narratore.

Alberto ci ha spiegato che i soldi vanno in qualche modo goduti, e che le amicizie vanno scelte bene. Camilla ha mostrato il proprio guardaroba (da far “concorrenza a un centro commerciale“) e ha ammesso che difficilmente potrebbe fidanzarsi con uno squattrinato pizzaiolo. La supercar dorata di Giovanni ci è parsa una cafonata pazzesca, così come il menù confezionato da uno chef per il suo cane. E Federico? Il classico figlio di papà della buona borghesia torinese.

Quattro ritratti differenti e in qualche modo identici, complementari. Qualcuno dirà che Giovani e ricchi non ha lanciato un buon messaggio, che gli eccessi dei rich kids nostrani non erano roba da servizio pubblico. A nostro avviso, invece, Rai2 ha fatto la scelta giusta. La realtà raccontata dal documentario di D’Onofrio, in verità, ci è parsa quasi morigerata rispetto ai picchi di trash (quelli sì, davvero urticanti!) rintracciabili in rete sui profili di certi baby nababbi.

Per intenderci: niente jacuzzi piene di champagne, niente diamanti come se piovessero né banconote usate come lustrascarpe. Per questo, forse, dovremo attendere la prima edizione di Rich Kids of Italy, in arrivo su Mtv.

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1 Commento dei lettori »

1. Michele ha scritto:

14 settembre 2016 alle 13:26

Allora, il prodotto è sicuramente ben confezionato ed interessante. Però secondo me si è voluta dare un’impressione un po’ romanzata di quella che invece è la realtà.
Avrei preferito un taglio diverso, sempre asciutto e non retorico, ma un po’ più affilato.



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