Daria Bignardi è arrivata a Rai3 a sorpresa. In pochi avrebbero scommesso sull’ex volto di Grande Fratello e Invasioni Barbariche per il dopo Andrea Vianello, e invece la giornalista emiliana si è insediata al vertice della terza rete mostrando sin da subito di aver le idee chiare. I palinsesti di Rai3 per la stagione 2016/2017 si presentano ampiamente rinnovati, come ci spiega lei stessa nella chiacchierata che vi proponiamo.
Direttore, cosa puoi dirci della nuova stagione di Rai3?
C’è un tasso di innovazione del 43,8%; guardate che è una cifra straordinaria, anzi questa cosa dell’innovazione mi ha preso un po’ la mano, lo ammetto. Ci sono tanti programmi nuovi e anche i programmi già esistenti vengono valorizzati e viene cambiato il linguaggio.
Ci sono margini per un ritorno de Le Invasioni Barbariche?
Non ce la posso fare, dovrei farle di notte dalle 2 alle 6. Diciamo che adesso sto lavorando in un altro ruolo.
Se dovessi immaginare Rai3 da qui ad un anno…
Molto simile a quella che ho illustrato nel corso della presentazione, una Rai3 attenta alla realtà ma contemporanea, con le cose che ci interessano. Parleremo delle presidenziali americane con un racconto che va dalle convention di questa estate fino alle elezioni del Presidente, fatto tramite le storie degli elettori americani. Seguiremo un repubblicano e un democratico italo americani nel loro mondo, nel loro paese, racconteremo l’America. Ecco, questo è uno dei grandissimi temi di quest’autunno. C’è poi il tema dei migranti, uno dei più importanti dei tempi in cui viviamo, lo affronteremo intanto mandando in prima visione Fuocammare e costruendoci un’intera giornata attorno, tutti i volti di rete parteciperanno. Ecco, ci interessano i temi della contemporaneità. Concita De Gregorio condurrà un programma in cui racconterà la nuova politica, le persone che fanno politica nei consigli comunali, i sindaci, le facce nuove. Credo sia un racconto doveroso da fare perché poi saltano fuori personaggi nuovi come il sindaco di Roma, Torino o Varese e ci diciamo: “Dov’erano? Perchè non li vedevamo nei talk show?”. Voglio raccontare l’Italia vera, voglio vedere tante facce nuove su Rai3.
Com’è passare dall’altra parte della barricata?
Molto interessante perchè nonostante io faccia televisione da 25 anni, non avevo mai capito quanto contasse il palinsesto. I conduttori – io lo sono stata per molti anni – sono sempre concentrati giustamente sul loro prodotto a volte anche in maniera ossessiva, e spesso il perfezionismo è il segreto del successo. Però dall’altra parte capisci quanto vale il palinsesto, quanto vale tutto il racconto di squadra, il racconto di rete, il fatto che ci siano tante voci tanto diverse ma in qualche modo armoniche anche se disarmoniche. Ci deve essere un taglio dato dalla direzione editoriale di una rete. Quindi è estremamente interessante come esperienza.
Nelle ultime settimane si è parlato di un dress code imposto ai volti di Rai3, cosa puoi dirci a riguardo?
E’ un po’ una leggenda metropolitana, come potete immaginare, e come le leggende metropolitane col passaparola è stata arricchita da particolari totalmente inesistenti. Noi abbiamo fatto un restyling molto importante di tutta la parte estetica, scenografia, luci, fotografia e in questa circostanza ho fatto una riunione con i capo scenografi, capi costumisti, capi truccatori e ci siamo detti di aggiornare anche il guardaroba. Nelle sartorie ci sono costumi degli anni 90 con spallone, strass, improbabili leopardati, succinti, che magari le povere giornaliste si trovano a indossare alle 9 del mattino. Ho semplicemente invitato ad aggiornare il reparto costumi, tutto qui; da qui è nata questa divertentissima leggenda metropolitana su un diktat che ovviamente non ho mai fatto. Ma insomma anche questo fa parlare di Rai3.
1. RoXy ha scritto:
1 luglio 2016 alle 14:42