Promossi
10 a Checco Zal0ne. Il comico pugliese, lanciato da Zelig, ha letteralmente sbancato il box office con Quo Vado e, che si tratti di ospitate, repliche dei suoi programmi o di film, funziona anche in tv. La sua è sì un’ironia nazionalpopolare ma non per questo priva di retrogusto satirico, è goliardiaco ma anche cattivo, fa ridere facile ma si presta anche ad una doppia chiave di lettura. Niente a che vedere, dunque, con i cinepanettoni di una volta.
9 al debutto de L’Ispettore Coliandro. Finalmente Rai2 si rituffa nelle fiction di prima serata trovando un riscontro immediato con un prodotto lontano dai classici canoni all’italiana.
8 a Rai2. La rete di Angelo Teodoli nel 2015 riesce a sorpassare di nuovo Rai3 e può gioire per un’ossatura di produzioni di prime time popolari (qui la top 15 delle reti free nel 2015).
7 a Amedeo Barbato, tronista di Uomini e Donne. Il campano è stato il “sovrano ideale” per il programma di Maria De Filippi: un po’ ironico, un po’ marpione mai sopra le righe e soprattutto “permeabile” all’amore.
6 a Fabrizio Del Noce. Intervistato da Il Fatto Quotidiano, l’ex direttore di rete fa notare come tanti cavalli di battaglia della Rai1 di oggi appartengano alla sua direzione. E’ vero (pensiamo soprattutto all’indispensabile funzione di Affari Tuoi) ciò di cui si vanta (onore al merito) ma è altrettanto assodato che non tutto all’epoca funzionò perfettamente…
Bocciati
5 alla “caschettizzazione” de Le Iene. Presi singolarmente i nuovi conduttori del programma satirico hanno appeal (soprattutto su un certo pubblico) e molto probabilmente saranno all’altezza del ruolo; da Italia1 ci saremmo aspettati però qualche scommessa, tra i tanti, un nome meno convenzionale, nuovo, e non appartenente alla stessa compagnia di giro.
4 a Simona Izzo. La bionda opinionista è diventata un caso sui social per i suoi “ritocchini”, lei difende la sua scelta da “donna libera” e constata con amarezza che, malgrado una lunga carriera, non aveva mai fatto parlare così di sè.
3 al preserale domenicale di Canale 5, affidato a Il Segreto che si trova a raddoppiare nel dì festivo per un totale di 10 appuntamenti settimanali. Che poi se proprio la telenovela spagnola doveva fare il bis alla domenica non era meglio posizionarla alle 14 contro L’Arena?
2 a Gabriel Garko che rifiuta la definizione di valletto del Festival di Sanremo 2016. Dimostrasse nei fatti di essere un co-conduttore piuttosto che lanciarsi in ardite e arroganti promesse.
1 alle celebrazioni per i 40 anni di Domenica In. Festa mesta in onore dello storico programma di Rai1, forse se non se c’erano grandi mezzi si poteva pensare ad una rubrica settimanale amarcord. Come se non bastasse, a intorbidire il clima c’è stata l’assenza di Mara Venier, regina per antonomasia della storia del programma, in aperta polemica con Paola Perego.
1. giorgio ha scritto:
20 gennaio 2016 alle 15:11