Don Pietro Savastano non metterà piede nemmeno ad Acerra. Parola di sindaco. Raffaele Lettieri, primo cittadino del comune napoletano, ha infatti comunicato che non autorizzerà alcuna ripresa della fiction Gomorra 2 (qui tutte le anticipazioni), al fine di tutelare l’immagine della città da stereotipi negativi legati alla trama della popolare serie tv targata Cattleya e trasmessa su Sky. Una scelta che fa discutere e che si aggiunge ad un altro rifiuto riservato in precedenza alla fiction.
Gomorra 2: no alle riprese
Acerra dice di no a Gomorra 2, anche se finora – ha precisato il sindaco Lettieri – “al Comune non è pervenuta alcuna richiesta di permesso o autorizzazione a girare delle scene della serie televisiva, così come invece è stato riportato da alcuni organi di informazione“. Il rifiuto, quindi, sembra in un certo senso preventivo.
“Agiremo in ogni sede opportuna per tutelare l’immagine della città e dei cittadini di Acerra descritta da alcuni che non conoscono la realtà della città in maniera totalmente difforme da come è, ma solo frutto di stereotipi. Al Comune non è mai pervenuta nessuna richiesta e qualora dovesse essere mai avanzata, quest’amministrazione non autorizzerà alcuna ripresa, evitando così la spettacolarizzazione di questi stereotipi negativi già diffusi e malamente veicolati da qualcuno” si legge in un comunicato dell’amministrazione comunale di Acerra.
Gomorra 2: no alle riprese ad Afragola
Il comune guidato da Lettieri, però, non è stato l’unico a negare le riprese per la serie tv di Sky Atlantic. Nel maggio scorso il sindaco di Afragola, Domenico Tuccillo, aveva fatto altrettanto. Niente Gomorra nel suo comune, perché “si tratta di un quartiere difficile, attraversato già da una profonda sofferenza sociale e vittima di uno stereotipo già diffuso e veicolato dai mass media“.
Tuttavia, come riporta il Corriere, ad Afragola le telecamere riuscirono comunque ad entrare con un escamotage: le riprese vennero infatti svolte nella parrocchia di San Michele Arcangelo entro il perimetro gestito dalla Curia, che invece aveva dato il proprio assenso.
Si riaccende così la polemica che lega i film di mafia al rischio danneggiamento della reputazione dei territori raccontati. Una questione annosa ma attuale in un paese in cui spesso realtà e fiction si sovrappongono.
1. griser ha scritto:
3 agosto 2015 alle 18:05