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dicembre

BOSS IN INCOGNITO: LA VERSIONE AMERICANA PUNISCE CON LICENZIAMENTI E PREMIA CON MASTOPLASTICHE ADDITIVE

Undercover Boss US

Undercover Boss US

Mentre il Boss Carmine Martire – con voce spezzata dalla commozione – offriva su Rai2 un contratto a tempo indeterminato, la sua “nemesi” americana Doug Guller – con la bava alla bocca – regalava su CBS un bel paio di tette nuove. Episodi a confronto di due adattamenti dello stesso format Undercover Boss, che in Italia è stato tradotto in Boss In Incognito. Sebbene la struttura narrativa rimanga pressoché la stessa, i contenuti sembrano evidenziare quei tratti identificativi di due culture molto spesso stereotipate, che nella trasposizione televisiva del mondo del lavoro sembrano mostrare differenti modalità di incentivazione alla produttività.

Undercover Boss: l’episodio del “boob job”

Nel controverso episodio di Undercover Boss US andato in onda domenica scorsa su CBS, l’America si è indignata assistendo alla “copertura” di Doug Guller, CEO/fondatore del Bikini Sports Bar & Grill - piccola catena di ristoranti in Texas – popolato da procaci signorine in “vesti” di cameriere e una clientela non proprio ortodossa. Travestito da un tirocinante di nome Jake, il boss Guller ha avuto modo di conoscere diversi componenti dello staff, ma il trattamento riservato a due ragazze in particolare ha destato non poco scalpore.

Nel momento clou dell’episodio, quando il Boss convoca i dipendenti per svelare loro la sua vera identità, ha licenziato la barista di nome Jessica, rea di essersi coperta con una misera t-shirt poiché si sentiva a disagio nell’indossare un provocante bikini davanti alla telecamere. Ad onor di cronaca, la ragazza si era anche “sbilanciata” confidando al finto barista Jake di fare quel lavoro solo per ripiego, ma come biasimarla se non è nelle aspirazioni di tutte ambire a ricoprire a vita il titolo di “Bikini Babe”? Guller ha invece osannato Grace, – ragazza che ha ammesso di essere stata più volte licenziata a cause delle continue assenze sul posto di lavoro, e rimproverata dallo stesso Guller poiché giocherellava troppo spesso col cellulare – per aver preso l’iniziativa di uscir fuori dal locale a trastullarsi con l’hula-hoop nell’intento di attirare nuovi clienti. Come premio per la perfomance creativa, il Boss le ha offerto una promozione come addetta al marketing e – rullo di tamburi – un aumento di seno per rimediare ai limiti fisici non proprio in linea con gli “strumenti di lavoro” utili al successo dell’azienda. Giubilo e urla isteriche per la fortunella Grace, che ha commentato:

“Avere tette nuove renderà molto più facile il mio lavoro! Non avrò nemmeno più bisogno di parlare, parleranno loro per me. Questo è il Texas…più grandi sono, meglio è!”

Trattandosi di un episodio particolare, probabilmente studiato ad hoc per destare clamore – riuscendoci perfettamente, visto che anche il blog del Washington Post si è scomodato per commentare l’accaduto – non sarebbe opportuno dare un giudizio di valore sull’intero show.

Una riflessione però possiamo farla: la messa in onda quasi in contemporanea dell’episodio in questione con quello trasmesso lunedì sera su Rai 2, mostra come è possibile confezionare un prodotto accattivante senza per forza far leva sulla provocazione. Come dimenticare l’inaspettata reazione della promoter Petra – spumeggiante “vedova nera” che ha seppellito ben quattro mariti – titubante sull’accettare un contratto a norma che le avrebbe permesso una stabilità economica? “Patti chiari e amicizia lunga…” ha avuto il coraggio di commentare la donna, quasi a voler negoziare termini più convenienti. Come se non bastasse, all’offerta di un soggiorno in Toscana per lei e i suoi tre cani, ha avuto la sfacciataggine di polemizzare “Sì ma i miei cani sono troppi vecchi…come faccio a farli muovere? Dove me li porto?”. Siparietto esilarante quello offerto da Rai 2, che ha saputo valorizzare con ironia le reazioni e i caratteri dei dipendenti, regalandoci chicche di puro intrattenimento senza viziare quella che è la mission del programma: raccontare un’Italia diversa, fatta di realtà semplici ma importanti.

Potrebbe risultare una magra consolazione, ma almeno nella rappresentazione televisiva, la sfida al Paese più “meritocratico” questa volta l’abbiamo vinta noi.

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7 Commenti dei lettori »

1. tinina ha scritto:

31 dicembre 2014 alle 14:59

Gli americani saranno pure esagerati, ma gli italiani mica scherzano. Ho seguito tutte le puntate dello scorso anno e la seconda di questa edizione e credo sia materialmente impossibile e non credibile l’alto numero di casi umani incontrati dai vari boss e la fortuna sfacciata di avere dipendenti onesti, bravi, lavoratori ecc. Cavolo, neanche una misera pecora nera?



2. Davide Maggio ha scritto:

31 dicembre 2014 alle 15:00

tinina: sono d’accordo. E ho anche qualche dubbio sul fatto che i dipendenti non sospettino nulla visto che la prima edizione ha svelato i meccanismi.



3. valemia ha scritto:

31 dicembre 2014 alle 20:05

ma i casi umani vengono selezionati con cura, per costruirci su la puntata. sono grosse aziende con molti dipendenti, volete che non ci siano 5 persone con problemi vari (chi di noi non ha problemi, piu’ o meno) da poter raccontare in puntata? non ci vedo per questo una falsità nel racconto, ma di certo un’attenta pianificazione e selezione.



4. tinina ha scritto:

31 dicembre 2014 alle 23:01

valemia

E vuoi che fra tutti i dipendenti di queste grosse aziende non ci sia la pecora nera di cui dicevo? Davvero credi che non ci sia, che so, uno che ogni 3 x 2 non mandi un certificato medico (magari quando gli tocca lavorare durante il fine settimana) o che non faccia varie soste per un caffè, un trancio di pizza o altro mentre va a distribuire i prodotti? Dai, secondo me non è credibile.



5. Luce ha scritto:

1 gennaio 2015 alle 15:14

Titina, vero però secondo me bisogna tener conto di una cosa: le telecamere non sono nascoste, il dipendente di turno sa che viene ripreso per un documentario sul lavoro quindi suppongo che eviti di farsi vedere mentre sosta per un caffè o cazzeggia allegramente.
Non è una situazione ecologica, è comunque manipolata dal “sapere” di essere osservati.
Auguri a tutti per un ottimo 2015,
Luce.



6. valemia ha scritto:

1 gennaio 2015 alle 15:33

infatti, Titina, non capisco il tuo commento, io ho visto solo le prime due puntate la scorsa stagione non l’ho vista, ma non mi pare vogliano parlare delle pecore nere bensi’ dei dipendenti meritevoli quasi sempre. quindi le pecore nere, che ci saranno come in tutti i luoghi, nella trasmissione non entrano e non le vediamo, scelgono apposta i bravi dipendenti (basta chiedere ai capi reparto non è che sia cosi’ difficile) per fare commuovere il pubblico.



7. iole ha scritto:

20 gennaio 2016 alle 11:36

nON è PIù VERO DI UNA QUALSIASI PUNTATA DI alta infedelta’



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