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dicembre

LORIS STIVAL: TANTE PAROLE E POCHE NOTIZIE NEGLI APPROFONDIMENTI TV

Loris Stival, indagini (Ansa / Polizia di Stato)

Sarah, Yara, Melania, Elena e Roberta non hanno insegnato nulla. Loro malgrado. E adesso avanti, tocca al piccolo Loris. Di fronte all’inquietante caso del bambino di 8 anni ucciso sabato scorso a Santa Croce Camerina, la tv sta dimostrando di non aver imparato la lezione. Nelle ore in cui gli inquirenti stanno vagliando ogni ipotesi investigativa, le trasmissioni televisive hanno aperto il circuito degli approfondimenti e degli speciali: un susseguirsi di immagini e di parole che rasenta il morboso e in cui il rigore giornalistico viene puntualmente rimpiazzato dalla chiacchiera, dalla supposizione pronta ad essere smentita.

Ormai, infatti, nel racconto della cronaca nera in tv sembra che la priorità sia quella di scavalcare il riserbo tenuto dagli inquirenti per riempire il tempo con dibattiti fondati sul nulla. O quasi. Improvvisati detective e criminologi (spesso nemmeno titolati) si lanciano in mille elucubrazioni sulla sorte del piccolo Loris, mentre a tutto schermo compare il viso innocente della vittima. Questa tendenza la si riscontra soprattutto nei programmi del daytime, dove la cronaca nera ha fatto il suo ingresso ormai da tempo strizzando l’occhio agli ascolti. Da Rai1 a Canale 5, la narrazione prosegue senza sosta tra collegamenti in diretta e ricostruzioni talvolta sensazionalistiche.

Il piccolo Loris, sua madre, il cacciatore che ha ritrovato il cadavere: in tv i protagonisti dell’attualità diventano personaggi da cluedo coinvolti in un gioco di ipotesi spesso azzardate. Nella girandola delle opinioni, nei giorni scorsi a La Vita in diretta già si ipotizzava uno “scenario orrendo”, arrischiando supposizioni sul ritrovamento di un indumento intimo forse appartenuto alla vittima. Poco più tardi, la stessa opinionista chiamata a parlare del piccolo Loris avrebbe detto la sua anche sulla cicoria con le fave preparata dalla mamma di Albano Carrisi. Proprio vero che certi espertoni ti raccontano la rava e la fava.

L’ennesimo e doloroso caso di cronaca nera ha riaperto le scorribande del circo mediatico, suggerendo allo stesso tempo un criterio per vagliare la consistenza (o l’infondatezza) giornalistica di certi programmi. Spesso infatti, il dibattito più irrispettoso è quello in cui le notizie scarseggiano ed invece abbondano le parole. Quello che, ad ogni puntata, non aggiunge nulla rispetto a quanto si è già detto o sentito. Il racconto della cronaca nera in tv andrebbe dosato e lasciato ai professionisti: non è un semplice riempitivo da piazzare tra una rubrica di gossip ed una di cucina.

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5 Commenti dei lettori »

1. Nina ha scritto:

5 dicembre 2014 alle 12:20

Buongiorno caro Marco. Articolo perfetto, come sempre dimostri la tua sensibilità.



2. fill ha scritto:

5 dicembre 2014 alle 12:26

parole sante. saltano dall’orrore alla cicoria, alla “showgirl” in lacrime perche’ si e’ rotto il tacco della scarpa con una disinvoltura che stomaca.



3. Marco Leardi ha scritto:

5 dicembre 2014 alle 12:35

cara Nina, grazie sempre

sottoscrivo, fill



4. Marco89 ha scritto:

5 dicembre 2014 alle 12:55

Concordo con l’articolo. Io penso che la cronaca si possa anche inserire in mezzo ad altri argomenti piu` leggeri ma dipende di come la si tratta…ovvio che se crei quell’enfasi comunicativa, quell’atmosfera fatta di silenzi lacrimosi e parole “tanto per” tanto di arrivare a fine programma, poi la situazione diventa imbarazzante.
Se la si tratta in modo piu` asciutto invece andrebbe pure bene; di certo che se la racconti al pubblico popolare, il ritmo deve essere lento, emotivo e ripetitivo: gli italiani sono cosi`, basta rendersi conto degli share monstre segnati ieri da chi parlava del povero Loris. E` come fosse una soap a puntate.



5. livia guglielmi ha scritto:

5 dicembre 2014 alle 14:37

Intanto gli ascolti volano e si continua così, con inaudita impudenza.



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