Ci ha stancato. Con quel suo fare fazioso e sopra le righe (parolacce incluse), le liti con i suoi allievi corredate da ammiccanti occhiolini, il suo snobismo verso gli altri due giudici e verso il pubblico stesso del programma. Spesso poco divertente e, al contempo, sempre poco divertito. Morgan ci ha definitivamente stancato.
E pensare che l’arrivo di Marco Castoldi a X-Factor, per tutti Morgan, lo salutammo, due anni or sono, con stupore ed entusiasmo, tanta la cultura, musicale e non, che era capace di sciorinare e farci condividere. E pensare, di contro, che il ricordo che potevamo averne era quello, seppur appannato, del front-man di una band abbastanza di nicchia, quale i Bluvertigo. Una band non per le grandi masse, ma, piuttosto, che godeva nel piacere a pochi eletti. La prima impressione – è il caso di dirlo – è spesso quella giusta.
Questa terza edizione, infatti, lo vede sproloquiare a briglia sciolta, senza freni e senza nessuno che lo freni. Ma più in difficoltà e più adirato del solito. “Perché mai?” ci sarebbe da chiedersi. Perché il ruolo che ora si trova a dover ricoprire non è quello a lui più congeniale.
Andata via la vera mattatrice ed eminenza grigia del programma, la nostra SuperSimo, i ruoli dei tre giudici si sono completamente sovvertiti. La Mori è diventata da subito, e non senza propri meriti, l’antipatica e la bella del talent show (almeno, secondo i video d’annata degli autori), come direbbe un’altra simpaticona quale Anna Oxa. La Maionchi ha continuato il suo personale percorso, fatto di giudizi parchi e sfoghi coloriti. E Morgan? Ci appare disorientato, spaesato, nervoso. Col peso di dover dettare i tempi e creare intermezzi e siparietti vari come faceva la sua ex collega. E la consapevolezza di non saperlo fare bene.
Venuta meno la Ventura a X-Factor, infatti, e rimpiazzata dalla difficile Mori, Morgan si è trasformato, d’emblée, da anti-eroe ad eroe dello show. Eh sì, perché il Castoldi prima aveva il precipuo compito di stuzzicare la Ventura e lei, da nazional-popolare quale (giustamente) si vantava d’essere, rispondergli pan per focaccia. Pur non senza difficoltà dialettiche di fronte all’acculturato giudice, ma sempre sotto lo scroscio di appluasi che sapeva, comunque, conquistarsi. Con la Mori, invece, non c’è storia, visto che, ormai, quest’ultima, grazie alla nomea che s’è saputa conquistare fin dalla prima puntata, non sta allo scherzo, rimedia solo dei “buu” e rende “il giochino” di accuse e rimandi pesante e fuori luogo. Anche qui giustamente - ci sentiamo d’aggiungere - visto che solo la musica dovrebbe battere sul due.
Ma Morgan punta su altre corde. Crea delle pantomime col suo pupillo Marco (per noi, ormai, “Er borsetta“) nella speranza quei battibecchi già usati col Becucci portino anche quest’altro suo allievo alla vittoria finale. Sceglie canzoni mis-conosciute col chiaro intento di evitare scomodi confronti: basti pensare alla sua Chiara, da sei settimane alle prese con brani dalle venature sempre rock, senza ancora l’assegnazione di un repertorio femminile. Come ci parrebbe nelle sue corde. Come in ogni buon e normale talent che si rispetti.
Il tutto condito con mille panegirici, con cui stronca gli avversari e le sue vicine di gomito, riservando ai primi giudizi estremamente puntuali e critiche pungenti ed alle seconde offese gratuite, quali “vecche megere“. E, poi, con altrettanti giri di parole, tesse le lodi sperticate dei suoi protetti, in chiave cuore, sole, amore e cherubini che cantano e suonano in cielo.
Adattandosi alle nuove dinamiche fra i tre giudici, Morgan è diventato avido di popolarità e consensi. E vuole vincere, ancora e con tutti i mezzi televisivi a sua disposizione. Perchè si conoscere appieno il sistema e poterlo sfruttare a suo piacimento. Per ora, e almeno per noi, ha già perso, però.
1. BIG SISTER ha scritto:
11 ottobre 2009 alle 15:18