Ebbene si, sto leggendo La Versione di Mike, l’autobiografia del più longevo conduttore della storia della televisione.
Tralasciando il giudizio non completamente positivo, quanto meno per ora, alcune pagine mi hanno portato a fare delle riflessioni.
Si è più volte parlato su DM della nuova formula adottata dai telequiz dei giorni nostri che non dà modo ai concorrenti di entrare nelle simpatie (o anche nelle antipatie) dei telespettatori, cosa che, un tempo, consentiva a perfetti sconosciuti di diventare, di fatto, personaggi pubblici riscuotendo una popolarità che non poteva essere trascurata.
Oggi di questi concorrenti-personaggi non ce n’è più traccia per due ragioni fondamentali.
La prima, e probabilmente la più importante, risiede nella struttura dei quiz contemporanei che non permette ad un concorrente di rimanere in carica come campione… se non per il tempo necessario alle varie… scalate.
La seconda, invece, è individuabile in quella che ho definito come la pessima involuzione dei casting tv che hanno, ormai, come fine precipuo il reperimento di ”pozzi di scienza” (discutibili) che possano essere in grado di “sbancare il botteghino” ma che, in fin dei conti, non hanno quella spettacolarità necessaria a fare di un quiz un TELEquiz!
Apparizioni estemporanee in cui i concorrenti hanno come obiettivo principale il malloppo da portare a casa e non sono in grado di dar vita (anche perchè, pur volendo, non ne viene offerta la possibilità ) quel singolare e divertente confronto dialettico che si instaurava, un tempo, tra conduttore-protagonista e concorrente-antagonista e che diveniva parte integrante di quello che era si un telequiz ma prima ancora era uno spettacolo!
Tra le pagine de La Versione di Mike ho trovato conferma a ciò che ho sempre pensato e che, daltronde, è sotto gli occhi di tutti. Mi ha colpito, difatti, come, a distanza di anni, il buon vecchio Mike sia riuscito a ricordare i nomi e persino le storie di alcuni campioni che hanno fatto, insieme a lui, la storia dei quiz.
Ecco cosa dice Mike dei Suoi concorrenti…
[...] Mi resi conto che era assolutamente necessario che i concorrenti li conoscessi bene, uno a uno.
Era proprio l’ingrediente principale per creare un contorno spettacolare. Il personaggio, il tipo, la sua storia, le emozioni che suscitava, erano la forza della trasmissione. I concorrenti diventavano famosi, ovviamente perchè riuscivano a superare delle prove difficili, ma venivano consacrati a personaggi televisivi soprattutto per la loro personalità , che stava a me tirare fuori. [...]
[...] Io influii molto nella scelta dei concorrenti perchè, forte delle mie esperienze americane, sapevo che era necessario scegliere persone che potevano diventare dei personaggi, e su cui potevo costruire una storia. [...]
Ormai le cose stanno diversamente.
La mia memoria televisiva mi fa ricordare soltanto pochi, pochissimi campioni degni di nota. E per scovarli è necessario fare un passo indietro di circa 4 anni quando forse soltanto Passaparola riusciva ancora a “confezionare” dei personaggi che assomigliavano ai campioni di un tempo.
Probabilmente l’appeal che i “concorrenti storici” riscuotono è ben presente in chi fa televisione e, forse non a caso, nella nuova edizione del quiz di Gerry Scotti è stata riservata al caro Sallustio, unico caso di campione indimenticato degli ultimi anni, una visibilità di tutto rispetto.
Fa riflettere, tra l’altro, un generale ritorno al passato messo in atto, negli ultimi tempi, dalla nostra televisione e desiderato dai telespettatori a volte in maniera imbarazzante.Â
Non parlerei in questo caso di nostalgia o di repentina involuzione televisiva ma più consapevolmente di voglia di un ritorno a quella che indiscutibilmente era una televisione migliore fatta da persone più competenti.
1. busb ha scritto:
3 gennaio 2008 alle 18:02