Nell’ambito del progetto di ricerca “Web 2.0 ed innovazione: il ruolo dei blog nell’entertainment televisivo“ oggi è la volta del contributo di Alessandro Grieco, direttore di Comedy Central. Innovativa, dinamica ma soprattutto ironica e divertente, questa è l’impronta che Grieco ha impresso alla rete che dirige, facendone un unicum nel panorama televisivo italiano. A dispetto di chi la vorrebbe votata alla serialità statunitense, Comedy Central si propone di essere il tempio della comicità e, come tiene a sottolineare l’head of programming acquisitions and production, all’insegna del made in Italy. Ma per saperne di più ecco le sue dichiarazioni.
Come avviene il processo che va dall’ideazione al lancio di nuove produzioni televisive (fiction incluse) in Comedy Central?
Sostanzialmente il processo nasce da un’analisi di posizionamento editoriale del canale. Una volta avuto chiaro quello che serve, tenendo presente, quindi, i valori e le caratteristiche del posizionamento attuale, cominciamo a vagliare i nuovi format. Tenga presente che noi riceviamo circa 15 format al mese buoni. Cerchiamo di capire, poi, quelli che meglio interpretano le esigenze della rete; a quel punto la seconda valutazione fondamentale è relativa alla programmazione strisciata o settimanale (di prima serata solitamente). Dopo cominciamo a selezionare i formati e a lavorare sulla rosa di papabili, in modo che il formato che si adegua al canale e ai budget disponibili in quel momento venga prodotto. Il più delle volte viene realizzata una puntata zero, testata con dei focus group e/o delle ricerche; qualora ciò non fosse possibile ci fidiamo del nostro intuito.
Come giudica il livello di innovazione della televisione italiana? E nello specifico il livello di innovazione in Comedy Central?
Comedy Central effettua rispetto ai canali Sky un maggior numero di ore autoprodotte. Il motivo è che riteniamo che la comicità sia sostanzialmente locale. Questa è un’osservazione rilevante che si riscontra in tutti i campi; se lei guarda la programmazione cinematografica nel mondo vede che i titoli sono tutti uguali al 90% esclusi quelli comici che fanno grandissimi ascolti in patria ma sono di esportazione limitata. Un esempio proviene dal mercato americano, che notoriamente esporta di più: comici come Chris Rock o Adam Sandler in Italia sono conosciuti sostanzialmente dagli appassionati. Per quanto riguardo la televisione in Italia, è sostanzialmente tradizionalistica per cui una volta scoperto un filone si tende a lavorare sempre su quel filone. La televisione generalista non tende ad innovare completamente con i formati ma ad apportare a dei format già conosciuti delle ulteriori innovazioni pezzettino per pezzettino più che radicali. Il motivo è la paura che un programma completamente nuovo possa influire negativamente sui risultati d’ascolto. Riguardo a Sky vi è indubbiamente più attenzione all’innovazione ma non sempre questa è poi cosi radicale. Lo spettatore di Sky, a fronte di una miriade di canali diversi, tende comunque ad appassionarsi su cose che già conosce, su volti noti, e per questo motivo anche per programmi nuovi si pensa ad un cast composto da personaggi già conosciuti.