Modà (foto di Julian Hargreaves)
Francesco Silvestre, meglio conosciuto come Kekko, leader dei Modà, è uno che ha le idee chiare. Soddisfatto dei traguardi raggiunti nella sua vita, non si rammarica per la vittoria mancata al Festival di Sanremo 2013 a causa anche del giudizio poco clemente della giuria di qualità. Non provate a rammentargli, però, le insinuazioni su una presunta somiglianza tra Se si potesse non morire e Non è l’inferno; e non chiedetegli nemmeno un confronto con i Negramaro, con i quali preferisce tenersi alla larga da ogni inutile polemica. Lo abbiamo intervistato a due settimane dall’uscita di ‘Gioia’, ultima fatica discografica, contenente i due brani presentati a Sanremo, che è già disco d’oro.
‘Gioia’ è in vetta alle classifiche dei dischi più venduti da 2 settimane. Ti aspettavi un riscontro immediato così forte?
Me lo auguravo, meglio non aspettarsi niente e godersi le cose così come vengono. Sentire la fiducia della gente è la cosa più importante per chi fa un mestiere come il nostro.
Che influenza ha avuto Sanremo sul successo del disco?
Credo per un bel 50%. Sanremo è una vetrina potente che sfrutta i momenti degli artisti e l’artista deve essere bravo a sfruttare a sua volta quel palco per promuoversi.
Vendete dischi, piacete al pubblico, piacevate al televoto ma alla giuria di qualità non siete piaciuti. Perché?
Probabilmente per la giuria di qualità non facciamo musica di qualità.
E’ così?
Bisogna rispettare il pensiero altrui, non si può piacere a tutti. La nostra carriera poi non dipende dalla classifica di Sanremo che conta fino a sabato. Siamo comunque contenti di com’è andata e quando partecipi a una gara devi ammettere una sconfitta che però, nel caso specifico, sconfitta non è. Si tratta pur sempre di un podio importante: Marco non lo scopriamo oggi, ha vinto con una canzone bellissima, gli Elio avevano una canzone meno commerciale della nostra e hanno portato una grande capacità musicale.
Ma esiste una musica di qualità?
A mio parere no, la musica va a gusto. Non è che la canzone che ha vinto è più bella di quella che è arrivata terza e la terza è più bella di quella che è arrivata ultima. Chiaramente a Sanremo bisogna decretare un vincitore e affidarsi ad un meccanismo preciso. Per il resto è il pubblico che decide comprando dischi e partecipando ai concerti. Da questo punto di vista non possiamo lamentarci.
Cosa rispondi a chi dice che “Se si potesse non morire” somiglia a “Non è l’inferno”?