La prima vera ‘uscita’ Anna Maria Tarantola la regala con una lunga intervista a Il Secolo XIX. Non che il Presidente si sbottoni più di tanto: in pieno stile tecnico si mantiene prudente e non cerca dichiarazioni pungenti mirando per il momento a far passare esclusivamente un concetto, a cui sembra tenere particolarmente: una nuova immagine della donna, di cui il servizio pubblico si deve fare portatore.
”Non usiamo toni enfatici. Ma è vero che mi piace poco la donna com’è presentata. Amo la donna normale. Con le sue capacità, competenze e professionalità che possono e devono emergere. [...] Purché si tratti di ”donne vere”. [...] Più spazio alle donne. Con programmi meno banali. Più cultura. Più specificità per i giovani”.
Rimanda però all’organizzazione di Miss Italia la scelta di tornare al costume intero per le sfilate nel concorso, la Tarantola non vuole che le si addebiti già questa svolta moralizzatrice, anche se non nega che rifletterà sul senso di un concorso di bellezza ai nostri giorni e all’interno delle reti di Stato trincerandosi dietro una chiosa diplomatica come ”non ci ho ancora ragionato sopra”.
La signora del risanamento non perdendo mai l’equilibrio istituzionale lascia intendere che ci dovremo attendere, a partire già dai palinsesti del 2013, due vettori fondamentali di cambiamento, che corrono sull’asse della rivisitazione globale dei cachet e dei costi e sulla linea di una diversa programmazione che faccia più trasparire la missione pubblica della Rai.