Era il 7 novembre 1988 quando un “tiggì” fuori dal comune debuttava con la nobile missione di approfondire i costumi di un Paese smascherandone le ipocrisie e le truffe. Parliamo di Striscia la notizia, una delle creature più longeve delle tv generalista che oggi si appresta a spegnere le candeline dei suoi 25 anni di programmazione. Ancor prima de Le Iene, il patron Antonio Ricci era intenzionato a inaugurare un nuovo modo di fare informazione perché, alla fine, di questo si tratta: di un giornalismo refrattario e innovativo.
Negli anni ne abbiamo viste e scoperte tante: dai devastanti effetti dell’uranio impoverito denunciati per la prima volta nel 1999 allo storico fuorionda del 25 novembre 1994, quando, prima di uno Speciale del Tg4, l’allora segretario del partito popolare Rocco Buttiglione propone al vicino Antonio Tajani di Forza Italia di stringere un’alleanza in vista delle nuove elezioni. Non solo politica e attualità, ma anche costume in senso stretto a cominciare dall’anticipazione della classifica del Festival di Sanremo 1990 da parte di Ezio Greggio e Raffaele Pisu. E ancora l’affaire Vanna Marchi sollevato da Striscia nel 2001 e lo smascheramento di un espediente scenico da parte di un inviato della Cnn durante l’attacco iracheno a Tel Aviv, nel gennaio 1991.
Ma la forza del prodotto, oltre ai suoi contenuti, un tempo più graffianti e innovativi e ora pian piano più dimessi e tediosi, sta in quel team che da un venticinquennio condanna, ironizza e balla dietro e sulla scrivania del tg satirico: parliamo, naturalmente, del pioniere Ezio Greggio e delle Veline che con i loro stacchetti sono riuscite ad ammaliare o ad “inorridire” il pubblico pagante. Greggio, a il Giornale, si toglie qualche sassolino dalla scarpa parlando della sua fantastica esperienza nella squadra di Ricci e svela dei dietro le quinte del programma come “le culate che si sono prese le Veline mentre planano sulla scrivania: le prime ragazze erano più in carne e avevano più materiale su cui atterrare. Alle ultime fanno fare addirittura le ginnaste”.