Lavoratori e lavoratrici in sciopero a La7 contro i tagli predisposti dall’editore Urbano Cairo. Una mobilitazione senza precedenti. Nella giornata di oggi, 9 maggio, i dipendenti della rete terzopolista, compresi i giornalisti, hanno deciso di astenersi dalle loro mansioni per contestare il “pesante clima d’incertezza presente in azienda, a fronte dei continui sacrifici imposti dalle politiche di risanamento e alla forte riduzione degli investimenti che rischiano di penalizzare i risultati futuri dell’emittente”. Secondo i sindacati, l’adesione alla protesta si attesterebbe intorno al 90%.
Sciopero La7: Crozza vs Cairo
“L’emittente – si legge in una nota dei sindacalisti – prevedendo l’alta adesione dei lavoratori e delle lavoratrici di La7, ha inoltre predisposto la preventiva registrazione di alcuni programmi e lo spostamento delle attività telegiornalistiche su sedi esterne e tramite l’utilizzo di service”. Gli approfondimenti giornalistici della mattina condotti da Alessandra Sardoni, Tiziana Panella e Myrta Merlino sono saltati, e le edizioni del TgLa7 andranno in onda grazie ai salti mortali di alcuni redattori e di Enrico Mentana, il cui Bersaglio Mobile sarebbe a rischio per i costi della eccezionale diretta da Milano (causa sciopero, ovviamente). La puntata odierna di Otto e mezzo è stata registrata, mentre Crozza nel Paese delle Meraviglie andrà in scena dopo il burrascoso braccio di ferro con Cairo, come svelato da Dagospia.
Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil Roma e Lazio, hanno invitato La7 a riprendere le trattative, chiedendo l’estensione degli stessi diritti e tutele anche ai precari e ai neo assunti. Anche l’assemblea dei giornalisti dell’emittente televisiva ha aderito all’iniziativa e ha affidato al comitato di redazione “cinque giornate di sciopero“. I giornalisti hanno attaccato la proprietà di non applicare in modo corretto il contratto giornalistico di lavoro, attraverso il pretesto del risanamento, mentre i “manager di Cairo Communications e di La7 si spartiscono bonus milionari“.
Secondo l’assemblea dei cronisti, inoltre, “da mesi la proprietà ha messo in atto un vero e proprio disinvestimento nei settori produttivi vitali dell’azienda“, attraverso una “cieca revisione lineare dei costi imposta a strutture interne e fornitori esterni”. La richiesta diretta all’editore Urbano Cairo è stata quella “smentire non a parole, ma concretamente, la realtà dei fatti” denunciata.
Una mobilitazione e uno stato d’allerta come quello scattato in questi giorni mai si erano visti dalle parti di La7. E, qualora Cairo non intervenisse, i sindacati minacciano nuove iniziative, che potrebbero concretamente paralizzare l’azienda con un evidente danno di immagine, oltre che economico.
1. aleimpe ha scritto:
9 maggio 2014 alle 21:26