13
marzo

LE MANI DENTRO LA CITTA’: CANALE 5 RACCONTA LE INFILTRAZIONI DELLA ‘NDRANGHETA IN LOMBARDIA

Le mani dentro la città: Simona Cavallari e Giuseppe Zeno

Ancora mafia su Canale 5, anzi ‘ndrangheta. Se Ares da anni ci racconta storie sensazionalistiche di chi la malavita la pratica, e spesso con grande orgoglio, Taodue si è specializzata nel raccontare chi questa piaga sociale la combatte. E così dopo Squadra Antimafia, ormai vero pilastro Mediaset, domani – venerdì 14 marzo 2014 -  prende il via una nuova serie ambientata in Lombardia, Le Mani dentro la città.

Le Mani dentro la città: una storia attuale che non ha una fine

Sei prime serate dirette da Alessandro Angelini ed interpretate da due volti cari al pubblico dell’ammiraglia Mediaset, Simona Cavallari e Giuseppe Zeno. Tra gli sceneggiatori Claudio Fava, deputato di Sel e figlio del giornalista Giuseppe ucciso dalla mafia nel 1984. La sua presenza nel cast tecnico è il simbolo di un ancoraggio alla realtà che tutti sembrano tenere bene a mente.

Se Giuseppe Zeno, che ha a lungo vissuto in Calabria, ha affermato che affrontare certi temi “quando sei cresciuto in certe zone, ti fa avere una responsabilità doppia“, per il regista questo nuovo progetto ha proprio una grande funzione sociale:

“Questa storia ci ha dato l’impressione di avere in mano qualcosa di diverso, giravamo cose che stavamo vedendo sui giornali durante le riprese. Qui la parola “Fine” non è ancora stata scritta e ogni giorno ci interrogavamo, ci chiedevamo: “Stiamo raccontando la storia che ci eravamo proposti di raccontare?”. Ad oggi la risposta è sicuramente sì”

Simona Cavallari torna alla divisa dopo Squadra Antimafia

Un progetto dunque ambizioso già dal titolo – si ispira al film Le mani sopra la città diretto nel 1963 da Francesco Rosi – che farà sicuramente discutere affrontando una realtà finora taciuta o comunque poco indagata, quella della malavita al Nord. Simona Cavallari, che torna in tv dopo la morte del suo personaggio di Squadra Antimafia Claudia Mares, ha approfittato dell’incontro con i giornalisti per commentare il fatto che indosserà di nuovo la divisa.

“Ormai i giovani mi hanno presa a simbolo della legalità e sono molto contenta di questo ruolo.[...] Certo, mi piacerebbe fare anche dell’altro ma visto tutto il successo e tutto il cuore che ho messo in questi personaggi, sono contenta così!”.



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5 Commenti dei lettori »

1. vicky ha scritto:

13 marzo 2014 alle 16:10

Mafia, camorra, ndrangheta…. che fantasia!!!!!!!!! Si esiste ma in Italia non c’è solo quello da portare in giro per il mondo e fare pubblicità al nostro Paese.



2. Marco89 ha scritto:

13 marzo 2014 alle 16:17

Il volto di Simona Cavallari è un volto simbolo, fortissimo, la sua Claudia Mares ha colpito un sacco di persone. Speriamo la sua professionalità e il suo talento possano far rialzare gli ascolti delle fiction Mediaset andate in onda finora nel 2014, sempre che la fiction meriti. Contro Brignano dovrebbe vincere senza problemi, dipende con che divario.



3. enricack ha scritto:

13 marzo 2014 alle 18:27

Sinceramente a chi si lamenta del fatto che le fiction mediaset si occupino spesso ( e non esclusivamente ) di criminalità organizzata consiglio di cambiare registro e di riflettere bene prima di criticare. Vien da se che il nostro paese non è solo questo ma è una realtà che ci appartiene comunque e sarebbe un ottimo modo per sollecitare la nostra coscienza civile apprezzare prodotti del genere. Oppure preferiamo sempre mettere la testa sotto la sabbia e non sapere , in certe occasioni la televisione diventa strumento pubblico si veda Zingaretti nel Giudice meschino che da quanto so non ha ricevuto critiche e lamentele x il tema scelto. Prechè criticare questo progetto ancor prima di vederlo e poi sinceramente Simona Cavallari è decisamente brava in queste crime fiction. Apprezziamo anche il buon lavoro ogni tanto !



4. Michele87 ha scritto:

13 marzo 2014 alle 21:11

Quello mafioso è un filone che piace da sempre, soprattutto in Italia (ad oggi la serie televisiva italiana di maggior successo e più conosciuta nel mondo è La Piovra) dunque è logico che si batta spesso questa strada (attendo con impazienza la versione televisiva di Gomorra su Sky)

Comunque preferisco mille volte avere in tv dieci e più fiction sulla mafia all’anno che solo uno dei melodrammetti ispanici in costume o delle stucchevoli fiction feuilleton italiche tipo Tre rose di Eva o le porcherie della Ares o peggio ancora i preti, le suore e le professoresse detective e le agiografie che santificano anche le soubrette di avanspettacolo che tanto vanno per la maggiore oggi in RAI (purtroppo)

Sono poi d’accordo con enricack, se queste fiction servono a tenere alta l’attenzione della gente su questo tema (che purtroppo ad oggi si accende solo se c’è un delitto eccellente, una strage od un attentato) ben vengano.



5. vicky ha scritto:

15 marzo 2014 alle 07:01

Quanti Freud, e leggono anche il pensiero di chi la pensa diversamente. Complimentoni!!!!!!!!!!!!



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