Su Twitter, un utente mi scrive: “oooooh, non ti incazzareeee“. E ha colto perfettamente il mio stato d’animo nel guardare – in diretta – l’annuncio del vincitore di MasterChef 3.
Già, ero incazzato. Perchè in una manciata di minuti è come se si fosse cancellato lo straordinario risultato, frutto di mesi di lavoro, che aveva portato il talent culinario di Sky ad essere uno dei prodotti più interessanti e meglio realizzati della nostra televisione. Una doccia ghiacciata – la volata finale in diretta dai Magazzini Generali di Milano – che ha congelato, in un sol colpo, il ritmo incalzante dello show, la suspance e il pathos, la potenza del racconto, l’ottima fotografia e persino la professionalità dei giudici.
Cracco, Barbieri e Bastianich, spaesati sul palco del locale milanese, hanno mostrato tutti i limiti di chiunque si fosse improvvisato conduttore senza esserlo. Limiti sapientemente aggirati negli anni, grazie allo strepitoso montaggio del cooking show di Skyuno che ha donato loro un eccellente appeal televisivo che altrimenti non avrebbero avuto.
Pochi minuti apparsi interminabili e imbarazzanti, tra celentanesche pause, testi inesistenti, fonici probabilmente già al lavoro sulla versione junior e pubblico che sovrastava vocalmente timonieri e vincitori dello show, al punto che la puntata si è conclusa con sonori ‘vaffançulo‘ e ‘non si sente niente‘ incessantemente ripetuti.
Una diretta che evidenzia l’enorme differenza nel modus operandi tra la generalista e le altre reti, con il serio rischio (diventato realtà ieri sera) di incassare magre figure quando ci si spinge troppo oltre. Un esperimento che ha messo anche in evidenza l’incredibile valore del montaggio (chapeau a Magnolia che conferma l’eccellenza del proprio operato), vera e propria discriminante per le produzioni tipiche (al momento) delle reti non generaliste.
Apprezzabile l’ammissione di responsabilità da parte di Andrea Scrosati che su Twitter scrive:
#MasterChefIt era giusto provarci. Il ritmo della diretta non c’era. Anno prossimo sarà solo la lettura del vincitore anti spoiler.
Una frase che, detta dall’Executive Vice President Programming di un’azienda che autocelebra con incredibile costanza l’eccellenza, la qualità e l’innovazione delle proprie produzioni, in tutta sincerità stona un po’.
E stona ancora di più se, nonostante la diretta anti-spoiler e la presenza di una busta sigillata da un notaio, la principale agenzia di stampa nazionale ha battuto il vincitore con dieci minuti di anticipo rispetto alla proclamazione ufficiale sul palco dei Magazzini Generali di Milano.
Peccato.
1. *anna* ha scritto:
7 marzo 2014 alle 08:49