9 a Yusuf Cat Stevens. Complice un’astuta scelta dei brani e – ça va sans dire – uno straordinario talento l’artista londinese ha emozionato la platea rinverdendo la fama di leggenda della musica.
8 a Raffaella Carrà. Ha scritto la storia della televisione ed è ancora incredibilmente attuale. A 70 anni suonati, il caschetto biondo più celebre della tv canta, balla e non perde il suo senso dell’umorismo. Peccato che il suo momento sia stato troppo lungo. Evitabili la chiacchierata con Fabio Fazio e il mega medley “markettone” tratto dall’ultimo e non irresistibile album. Speriamo che almeno la Rai abbia barattato la promozione di Replay con uno sconto sul cachet.
7 a Giusy Ferreri. Aria di rivincita per l’ex stella di X Factor che, superato il problema alle corde vocali, si presenta sul palco con due canzoni competitive.
7 ai Perturbazione. Dagli “sconosciuti” del Festival è arrivata una delle poche botte di vita della prima serata della kermesse.
6 a Laetitia Casta. La modella francese – trattata come una superstar non si sa per quale motivo – sta al gioco e la sua presenza incuriosisce. Come nel caso della Carrà, l’intervento è troppo lungo (alla faccia della musica che doveva farla da padrone al Festival) e non si è capito come e perchè si sia passati dalla gag sul Fazio esistenzialista allo (pseudo) omaggio a Monica Vitti e Alberto Sordi.
6 alla gestione da parte di Fabio Fazio della turbolenta apertura. Il conduttore radical chic appare quasi infastidito, come se giudicasse quel tentato suicidio un tentativo di attirare l’attenzione fine a se stesso o alla notorietà. Giusto non marciarci ma un fare un tantino più empatico non sarebbe guastato. PS. Ma con tutta la sicurezza che c’è all’Ariston e con il costo dei biglietti alle stelle, come hanno fatto i due lavoratori ad intrufolarsi?
5 alla prima serata del Festival di Sanremo. Fazio e Littizzetto confermano il loro affiatamento senza tuttavia offrire nulla di nuovo. Cantanti e canzoni passate inosservate (o quasi), schiacciate tra la marea di break pubblicitari e i maxi siparietti con gli ospiti che tuttavia non riescono a coinvolgere quanto l’imprevisto iniziale. Non lasciano il segno nemmeno i presenter.
5 all’omaggio a Fabrizio De Andrè. Non che sia sbagliato ricordare il grande cantautore genovese, ma quello che ci lascia un tantino perplessi è che avvenga malgrado la presenza del figlio in gara e il fatto che anche venerdì nel corso di Sanremo club ci sarà un altro omaggio (proprio da parte del figlio).
4 a Beppe Grillo. Deluso chi si aspettava una piazzata nel bel mezzo del Festival, il leader del movimento Cinque Stelle si “accontenta” di un comizio fuori dall’Ariston. Più che all’Italia o al suo movimento, il favore, però, l’ha fatto a Fazio che ha potuto contare su un formidabile traino. Da sottolineare comunque che il suo discorso sugli sprechi Rai era condivisibile in più di un aspetto.
3 al regolamento immutato rispetto allo scorso anno, quando la sala stampa eliminò il brano che poi avrebbe vinto il Festival (L’essenziale di Marco Mengoni).
2 a Fabio Fazio che appena arrivato in conferenza stampa chiede già di andar via per fare le prove. Tanto vale non incontrare affatto i giornalisti.
1. Marco89 ha scritto:
19 febbraio 2014 alle 18:33