C’era da aspettarselo: la replica di Michele Santoro è arrivata al volo. Ieri sera, il conduttore di Servizio Pubblico ha risposto per le rime a Renato Brunetta, che poche ore prima aveva lanciato la campagna “Occupy Santoro” per chiedere l’estensione del diritto di rettifica ai talk show.
Servizio Pubblico: Santoro replica a Brunetta
Chiamato in causa dal senatore Pdl, il giornalista è partito al contrattacco:
“una norma dovrebbe avere carattere generale, e non essere costruita su misura per Santoro, per Fazio e la Littizzetto. Ma lasciamo perdere: (Brunetta, ndDM) poveretto, sono vent’anni che convive con le leggi ad personam e questo potrebbe essere un effetto collaterale“.
Santoro ha poi spiegato al pubblico che l’idea dell’esponente Pdl sarebbe quella di “costringere i soliti cattivoni conduttori ad assistere in piedi, immobili e silenziosi alla lettura di chilometriche rettifiche“. Se a parlare non fosse stato un liberale e un ex socialista come Brunetta ci sarebbe stato da preoccuparsi, ha argomentato il giornalista, aggiungendo sibillino: “ma anche Mussolini è stato socialista“.
Santoro torna sul caso Michelle Bonev
Poi, il conduttore ha difeso le motivazioni che, settimana scorsa, lo hanno portato ad ospitare l’attrice bulgara Michelle Bonev con le sue dichiarazioni su Berlusconi e la presunta omosessualità della sua fidanzata Francesca Pascale. “In altri paesi si starebbero interrogando su questo tema” ha commentato convinto Santoro, aggiungendo che le rettifiche di Brunetta andrebbero imposte anche a tutte quelle testate internazionali che hanno citato le ‘rivelazioni’ sul Cavaliere.
Recuperando – dopo tanto tempo – la prosa da martirologio, Santoro si è riproposto al pubblico nelle vesti di difensore della propria libertà. E ha concluso:
“Tutti in piedi, ad ascoltare la rettifica di Brunetta. Ma non in ginocchio, perché inginocchiati non c’è modo di essere liberi e costi quel che costi io la mia indignazione la conservo e sono vivo“.
1. Nina ha scritto:
25 ottobre 2013 alle 15:03