Quando ci si saluta con una domanda, e passa tempo prima di rivedersi, ci si aspetta che la risposta arrivi forte e chiara per sanare la distanza. Ma quando la risposta tanto attesa è una domanda, e un’altra ancora, come in un gioco di scatole cinesi, la curiosità potrebbe lasciare spazio alla stanchezza. Nelle serie televisive, però, spesso questo non accade: esempio supremo è Lost, che ha tenuto legati a sé milioni di appassionati per sei stagioni rimandando sempre al domani un chiarimento che alla fine non è mai davvero arrivato.
Una Grande Famiglia 2: una trama contorta che intrappola lo spettatore
La sensazione che il pubblico di Rai 1 ha provato nel vedere questa sera l’inizio della seconda stagione di Una Grande Famiglia 2 forse è proprio questa: finalmente Edoardo (Alessandro Gassman) è tornato, è vivo, spiega perché è stato costretto ad andare via, spiega qual è il pericolo che ancora incombe sui Rengoni, ma noi, come gran parte della sua famiglia, non gli crediamo. E quindi siamo punto e a capo.
La fiction ruota intorno a questo personaggio, come anche la prima serie, con la differenza che all’epoca lui non c’era davvero e di Edoardo vedevamo solo ciò che i suoi familiari ricordavano e le percezioni che erano in grado di fornire. Ora è tornato e il pubblico, nel conoscerlo davvero, paradossalmente non lo riconosce. Come fosse un altro, come fosse un Edoardo posticcio, perché non è quell’Edoardo che abbiamo aspettato.
La trama si infittisce e si ingarbuglia dandoci la sensazione che questo ritorno non segni la fine dell’incubo ma l’inizio di qualcos’altro che tanto bello non appare. La straordinaria capacità interpretativa degli attori protagonisti dà però risalto alle sensazioni che aleggiano tra i loro personaggi, distraendo il pubblico molto spesso da una sceneggiatura volutamente contorta che dà, dopo ogni pugno, una carezza lasciandoci sul più bello.
UNA GRANDE FAMIGLIA 2 PERSONAGGI
UNA GRANDE FAMIGLIA 2 ANTICIPAZIONI: UN MATRIMONIO E LA SCELTA DI CHIARA
UNA GRANDE FAMIGLIA 2: ANTICIPAZIONI SECONDA PUNTATA
Una Grande Famiglia 2: personaggi forti e concreti fanno da filo conduttore
E siamo appena all’inizio. In questa puntata d’esordio della seconda stagione ognuno dei Rengoni sembra diverso da quello che era, anche se di ognuno è stato conservato il tratto distintivo che ce lo fa riconoscere e ritrovare a distanza di un anno e mezzo: Eleonora (Stefania Sandrelli) fulcro della famiglia nella quale ripone fede assoluta; Ernesto (Gianni Cavina) e il trionfo inevitabile della ragione; Raoul (Giorgio Marchesi) che nella sua apparente sicurezza nasconde l’insicuro bisogno di emanciparsi; Chiara (Stefania Rocca) che ha bisogno di sentirsi libera ma sa che non potrà mai, in quanto ancora una volta madre; Laura (Sonia Bergamasco) e la voglia di sentirsi ancora utile a qualcuno o qualcosa; Nicoletta (Sarah Felberbaum) con la sua tendenza a complicarsi la vita per non dover ammettere che le piace la “squallida” normalità; Stefano (Primo Reggiani) che deve sentirsi finalmente adulto e cerca conferme.
E poi, ancora, Edoardo, fatto di luci e ombre. Che mente, che cambia faccia a seconda che sia o meno assieme ai suoi cari, che li tradisce ancora e di cui non ci si può fidare. Lui, elemento estraneo di un nucleo umano che in realtà trova forza e compattezza proprio nella sua stessa presenza.
Un percorso lungo, quello che attende il pubblico. E gli richiede un atto di fede che non cerca più spiegazioni concrete (che, se dovessero mai arrivare, arriveranno all’ultimo istante) ma la speranza di continuare a sentire l’empatia e il coinvolgimento che raramente altri sceneggiatori, ed altri attori, sono riusciti a ricreare prendendo un mazzo di carte e divertendosi magistralmente a mischiarle.
1. Roberto ha scritto:
22 ottobre 2013 alle 09:29