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settembre

GIANLUIGI NUZZI A DM: NON HO SENTITO SOTTILE, PENSO A FARE GRANDI PUNTATE DI QUARTO GRADO. A LA7 SI IMMAGINAVANO DI AVERE PUBBLICO PIU’ GIOVANE

Gianluigi Nuzzi

Forte di una grande esperienza “sul campo” e sulla scia di grandi inchieste realizzate, stasera Gianluigi Nuzzi debutterà in prima serata su Rete4 alla conduzione di Quarto grado, il programma di cronaca nera che fu di Salvo Sottile. Al suo fianco, la veterana della trasmissione Sabrina Scampini. Da poco approdato a Mediaset (anche in qualità di vicedirettore di Videonews), Nuzzi si occuperà dei gialli che tormentano il Paese e cercherà indizi, testimonianze e piste che possano agevolarne la risoluzione. Nel suo studio saranno presenti esperti, criminologi e magistrati, ma anche i protagonisti delle vicende affrontate: stasera il programma ospiterà Vittoria, la madre di Melania Rea. “Non bisogna aver paura dei sentimenti, l’importante è raccontarli con rispetto” ha detto il conduttore al riguardo, in un’intervista rilasciataci a poche ore dal debutto.

Gianluigi, con quale spirito inizi Quarto Grado?

E’ una grande sfida, quindi c’è l’adrenalina e ho la carica giusta. Questo è un programma in continua lavorazione e con una sua struttura, portato a livelli importanti di ascolti da una squadra composta da decine di persone, tra inviati, redattori, autori e collaboratori. L’importante è crescere ancora.

Ti poni già un obiettivo d’ascolto?

Non mi pongo obiettivi in termini di numeri, ma spero piuttosto di fare un programma che abbia la mia identità nella conduzione, nella capacità di avere interlocutori qualificati e di appassionarsi alle vicende per trovare elementi che possano avvicinarci alla verità. Penso al dramma di Roberta Ragusa: certi fatti non ledono solo le famiglie degli scomparsi, ma anche le loro comunità. Saper raccontare queste vicende con il giusto equilibrio tra le notizie e la sofferenza è una sfida.

Subentrare in un programma che veniva ormai identificato con Salvo Sottile ti crea qualche difficoltà?

No, perché la televisione è piena di questi casi. Basti pensare a Chi l’ha visto?, dove si sono alternate conduttrici e registe che hanno saputo cogliere un programma ed adattarlo alla loro identità, anche rinnovandolo. L’importante è offrire dei racconti che sappiano incuriosire, trovando il consenso e il rispetto di chi ci segue.

Sottile si è fatto sentire con te o con Sabrina Scampini in vista del vostro debutto?

No. Ma noi in questo momento stiamo pensando a fare delle grandi puntate: è questo il nostro unico focus.

Di recente hai assicurato che il nuovo Quarto Grado sarà caratterizzato dalla continuità. Ma, in passato, il programma è stato anche accusato di essere un po’ morboso…

Personalmente non mi hanno mai accusato di essere morboso quindi questo è un problema che non mi pongo. Adesso stiamo lavorando molto sul linguaggio, sull’immagine, sulla musica e sul taglio da dare alle storie. Chi accusa di morbosità forse non conosce le vicende e ha una certa resistenza nell’approfondirle. Nella nostra redazione abbiamo ex poliziotti, psichiatri, criminologi, magistrati… Ci stiamo muovendo in maniera molto seria: se dei magistrati vengono in studio significa che chi ha fatto loro questa richiesta sia una persona credibile.

Quest’anno ad occuparsi di cronaca nera in tv ci sarete tu, Federica Sciarelli e Salvo Sottile: non c’è il rischio che i vostri programmi si cannibalizzino a vicenda?

No, perché noi abbiamo un’identità consolidata con persone che lavorano nella squadra da anni. Sono molto concentrato sul programma più che sul rischio di cannibalizzazione e penso che la qualità premi: quando ho fatto inchieste sul Vaticano, queste hanno fatto il giro del mondo. La Sciarelli è una professionista che nel giro di dieci anni ha trasformato Chi l’ha visto? in un servizio pubblico, quindi la vedo come una competitor alla quale stringere la mano. Poi, ovviamente, cercheremo di avere più notizie di lei ma questa è una regola universale che permette al telespettatore di poter scegliere.

Quale contributo specifico stai dando alla realizzazione del programma?

Do la mia cifra e molti contributi sulle varie storie, poi assieme si scelgono quali casi affrontare e quali no. Stiamo lavorando sia sui contenuti sia sulle notizie che andranno ad arricchire il racconto: è il mio normale lavoro investigativo.

Stasera avrete in studio la madre di Melania Rea, quindi ospiterete anche i parenti delle vittime e i protagonisti delle cronache…

Certo, perché non bisogna avere paura dei sentimenti. L’importante è raccontarli con rispetto, soprattutto se ci sono dei parenti che vogliono giustizia e ci chiedono di intervenire per trovare la verità. I drammi che affrontano queste persone sono senza fine; alcune di esse diventano ergastolani a vita per il dolore che sconvolge le loro vite. Se ci chiedono aiuto non possiamo sottrarci. Però ci vuole equilibrio e valuteremo caso per caso: io non farò il megafono a tesi difensionali assurde o ingiustificate.

Come vicedirettore di Videonews ti occuperai del rilancio giornalistico di Rete4, sfida che vi vedrà idealmente in competizione con La7. Cosa differenzia i due canali?

Rete4 è molto popolare e si rivolge ad un pubblico largo, anagraficamente adulto, che somiglia a quello di Rai1, quindi c’è la possibilità di fare informazione alla pancia del Paese. La7, invece, per tradizione ha un pubblico più contenuto, forse meno popolare, e un’identità diversa. Io ricordo che là si immaginavano di avere un’audience più giovane, ma il realtà il target non era propriamente quello. In ogni caso, credo che non esistano pubblici di serie A e di serie B…

Come si articola il tuo impegno su Rete4?

Ho una mission suddivisa su tre fronti. Il primo è Quarto Grado, poi farò degli speciali monografici su temi di cronaca (come ad esempio la morte di Lady Diana) e infine c’è la realizzazione di nuove inchieste che saranno messe in cantiere con l’anno nuovo.

Ma sulle reti Mediaset come si possono coniugare le tue inchieste di alto profilo coi programmi popolari in stile Barbara D’Urso?

Si coniugano perché fortunatamente non c’è un telespettatore unico. C’è chi preferisce la D’urso e chi il programma d’inchiesta, ed è nostro dovere saper interpretare e rappresentare i vari gusti del pubblico.

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4 Commenti dei lettori »

1. Nina ha scritto:

6 settembre 2013 alle 12:27

Provo tanta compassione per i familiari della sig.ra Melania Rea, usati dalle trasmissioni televisive. Si capisce perfettamente che sono delle brave persone che hanno creduto di fare una cosa giusta per la loro congiunta.



2. marcko ha scritto:

6 settembre 2013 alle 12:30

quando l’ho sentito l’ho trovato sempre altezzoso e “prepotente”, non so se nelle interviste ke farà a quarto grado riuscirà a entrare in sintonia con l’intervistato e con il pubblico a casa…
vedremo.



3. iki ha scritto:

6 settembre 2013 alle 18:17

Prima lo apprezzavo con le sue inchieste su La7 ma questo suo modo di porsi non piace affatto



4. Josella Tartufo ha scritto:

6 settembre 2013 alle 23:20

conduzione che evidenzia classe, competenza e sobrieta’



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