Non c’è pace per la fiction italiana. Dopo le recenti critiche del Procuratore Antimafia Piero Grasso, a finire sotto accusa è Cesare Mori – Il Prefetto di ferro, la miniserie con Vincent Perez e Gabriella Pession andata in onda domenica e lunedì scorsi in prima serata su Rai1. La fiction diretta da Gianni Lepre, seguita da una media di 3.971.000 telespettatori con il 16.13% di share, ha ricevuto aspre critiche da parte dei senatori del Popolo delle Libertà, Alberto Balboni e Enzo Fasano, che hanno definito la fiction un’operazione grossolana non senza forzature storiche ed errori.
“La storia del prefetto che combatté la mafia fino al punto di sconfiggerla, caso unico nella storia d’Italia, viene piegata a caricatura di un santino con i cattivi, così cattivi, da replicare lo schema della trattativa stato-mafia tanto in voga oggi, manco avessero affidato la consulenza ad Antonio Ingroia e Massimo Ciancimino. Il regista, gli sceneggiatori e l’apparato Rai hanno volutamente annacquato in un antifascismo di maniera quella che nella memoria storica fu la prima e vera liberazione della Sicilia dalla mafia.”
Le accuse di Balboni e Fasano hanno trovato il consenso anche del Presidente del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, che ha dichiarato:
“La Rai con questi contenuti viene meno alla sua funzione di servizio pubblico”
Altre critiche sono arrivate da Pasquale Squitieri che nel 1977 diresse per il grande schermo il film Prefetto di Ferro con protagonista Giuliano Gemma. Il regista intervistato dal Secolo D’Italia ha dichiarato:
“Cominciamo col dire, per esempio, che Cesare Mori non ha mai adottato nessun bambino; ci sono dei falsi storici persino nelle canzoni; e non parliamo delle inesattezze e delle falsità per quanto riguarda i rapporti tra Mori e il fascismo delineati nella fiction. Io ho portato sul grande schermo il vero “prefetto di ferro”, il ritratto in onda sulla Rai è solo uno sceneggiato tv che potrebbe rifarsi anche a qualunque personaggio di fantasia autoriale. Vederla così sputtanata, una personalità straordinaria come quella di Cesare Mori, mi ha davvero disturbato.”
Accuse di tutt’altra natura ma sempre legate al mondo della fiction Rai, sono arrivate invece dal vicedirettore generale Rai Antonio Marano, che intervenendo a Torino al 64° Prix Italia, ha messo sotto accusa il modello produttivo della tv di Stato.
“La fiction è uno dei settori più importanti per la tv italiana, ma i nostri prodotti sono poco competitivi all’estero perché, a differenza di quelli francesi, tedeschi o americani che sono global, sono local. Nel 2010 la Rai esportava 80 o 90 prodotti, oggi ne esporta 20 o 30. Serve un linguaggio più veloce. Il formato di 70-90 minuti non va bene, occorre portarlo a 50 minuti”
Marano non ha inoltre risparmiato critiche al sistema organizzativo del settore Fiction.
“Non è più tempo di tagli sul prodotto. Siamo arrivati al punto che il cavallino è bello magro. Forse va cambiato il sistema organizzativo. Penso alle decine di strutture e frammentazioni.”
Cattiva gestione, fiction grossolane e troppo legate al territorio, sono dunque i principali punti su cui dovrà darsi da fare il nuovo direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta, che da qualche settimana ha occupato il posto di Fabrizio Del Noce.
1. nokiatony ha scritto:
19 settembre 2012 alle 15:35