Giunta alla sua quinta stagione, tornerà in onda su Rai1 con 6 nuovi episodi nei primi mesi del 2013. Parliamo di Un Caso di Coscienza, la fiction prodotta dalla Red Film con protagonista Sebastiano Somma nei panni dell’inflessibile avvocato Rocco Tasca. Come accaduto più volte in passato, anche in questa quinta stagione la serie diretta da Luigi Perelli trarrà spunto da fatti di cronaca realmente accaduti.
In particolare sarà narrato un caso molto simile a quello di Stefano Cucchi, il giovane romano arrestato per droga nell’ottobre del 2009 e deceduto misteriosamente pochi giorni dopo il ricovero in ospedale. Sul suo corpo furono trovate ferite e fratture riconducibili ad un pestaggio. Un caso di violenza e omertà che ancora oggi divide l’opinione pubblica, e che, con le dovute varianti della fiction, arriva ora in tv. Ad annunciarlo al Corriere è lo stesso Somma, che dichiara:
“I riferimenti forti ci sono perché c’è la morte di un ragazzo in carcere che sembra che sia stato ucciso a bastonate. È un’ispirazione, ma non un “parente” di primissimo grado perché la situazione è ancora aperta, per cui non si possono dare riferimenti né tirare conclusioni ben precise. La requisitoria finale dell’avvocato che interpreto sarà una denuncia al sistema carcerario, un sistema che mette in celle comuni tossicodipendenti, persone con problemi psichici e delinquenti comuni, senza creare un’alternativa.”
Andrea Purgatori, uno degli sceneggiatori del legal thriller aggiunge:
“Abbiamo fatto una manipolazione su una storia reale. Abbiamo immaginato una vicenda molto simile, quella di un giovane in carcere che muore per le percosse che riceve e poi si scoprono coperture, depistaggi e omertà.”
La breve intervista rappresenta anche l’occasione per un confronto con la più blasonata serialità americana. A tal proposito Somma dichiara:
“Loro hanno la capacità di mettere in scena invenzioni drammaturgiche che sono comunque plausibili; il loro linguaggio è sorprendente ma reale allo stesso tempo. A volte le nostre sceneggiature sono un pizzico più claudicanti, a volte stereotipi ed edulcorazioni sono eccessivi.”
La notizia della realizzazione di una puntata della fiction Rai incentrata sul tema delle violenze in carcere ha provocato l’immediata protesta del Sappe. Il Sindacato di Polizia Penitenziaria, nella persona del segretario generale Donato Capece, ha dichiarato l’intenzione di scrivere una lettera di protesta al Presidente della Rai Anna Maria Tarantola.
“Dalle indiscrezioni lette sui quotidiani si punta a fare demagogia su un tema tanto delicato quanto la vita in carcere, forzando volutamente la realtà. Sul caso Cucchi torno a ribadire che attendiamo con serenità’ gli accertamenti della magistratura. La nostra convinzione resta che a Piazzale Clodio la Polizia Penitenziaria ha lavorato come sempre nel pieno rispetto delle leggi, con professionalità’ e senso del dovere. Tutti abbiamo il massimo rispetto umano e cristiano per il dolore dei familiari del detenuto Stefano Cucchi, ma non possiamo accettare una certa rappresentazione del carcere come luogo in cui quotidianamente avvengono violenze in danno dei detenuti, per questo chiediamo al Presidente della Rai Anna Maria Tarantola e al Consiglio di Vigilanza di impedire un tiro al bersaglio verso la Polizia Penitenziaria attraverso fiction irreali sulla quotidianità’ penitenziaria italiana.”
1. Michele ha scritto:
10 agosto 2012 alle 12:20