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luglio

LUCA WARD A DM: “PREFERISCO I CATTIVI, RIMANGONO PIU’ IMPRESSI NELLA MEMORIA DELLA GENTE”.

Luca Ward

Nei panni del perfido Ruggero Camerana ha tenuto con il fiato sospeso i milioni di spettatori de Le Tre Rose di Eva, ansiosi di scoprire se fosse proprio lui il misterioso assassino della serie. Ora in attesa di tornare a febbraio 2013 sul set della seconda stagione della fortunata fiction, Luca Ward si riaffaccia in tv ma in tutt’altre vesti. Toccherà a lui, insieme a Paola Saluzzi, condurre Una Notte Per Caruso, serata celebrativa della musica italiana nel mondo, in compagnia di tanti ospiti, che sarà trasmessa da Marina Grande di Sorrento in prima serata sabato 14 luglio su Raiuno.

Attore, doppiatore e anche conduttore per questo evento: Luca Ward non si ferma mai?

Sì farò anche il conduttore ma devo precisare che quello è un ruolo che spetterà maggiormente a Paola Saluzzi. La mia sarà una conduzione che cadrà spesso nella prosa. Sarò un attore che accompagna il pubblico in questo viaggio.

Quest’anno Una Notte per Caruso assume un doppio significato in seguito alla scomparsa di Lucio Dalla. Gli dedicherete un omaggio particolare?

Intanto abbiamo unito tre grandi: Caruso, Dalla e il bistrattato Buti. Quest’ultimo è stato il primo cantante della Rai, quando la Rai era Eiar, ma lo conoscono in pochi. Per una serie di motivi, legati alla politica, è stato dimenticato. Credo che gli artisti non debbano essere mai dimenticati soprattutto quelli di un tempo che non avevano nessun colore politico. Erano artisti e basta. Poi ovviamente daremo spazio a Lucio Dalla venuto a mancare prematuramente quest’anno.

Una notte per Caruso arriva per te dopo una forte visibilità mediatica. Per molti in questo momento sei il “cattivo” de Le Tre Rose di Eva.  Ti aspettavi tutto questo riscontro?

Devo esser sincero non lo so, anche se la sceneggiatura era fatta molto bene ed era accattivante. In particolare il mio personaggio è stato scritto con grande maestria dagli autori e per questo per me è stato facile interpretarlo. Fino all’ultimo minuto si è creduto che lui fosse il più cattivo di tutti, l’autore di tutti i delitti quando invece difendeva solo la figlia.

Se dovessi scegliere tu il destino del tuo Ruggero Camerana, lo faresti diventare buono o ancora più cattivo?

Di buoni ne esistano già tanti, francamente sceglierei di continuare su quella strada (ride). Preferisco i cattivi perché rimangono più, e più a lungo, impressi nella memoria della gente. Sarò un po’ di parte ma è risaputo che in tutte le sceneggiature la figura del cattivo, che muove la trama, è essenziale. A proposito de Le Tre Rose di Eva, la cosa più bella è che da parte del pubblico c’è stato un gran clamore: tutti sperano che il mio personaggio non sia morto e questa è una cosa che fa piacere, a me, agli autori e a Mediaset.

Un doppiatore che fa anche l’attore. Si tratta di vanità?

In realtà io non sono un doppiatore. La professione di doppiatore – contrariamente a quanto si pensa – non esiste. C’è l’attore che presta la voce ad un altro attore e quella si chiama attività di doppiaggio. Non ci si può iscrivere al collocamento come doppiatore, al massimo lo si fa come attore di prosa. Io ho cominciato nel 1963 con i grandi sceneggiati Rai, facevo l’attore bambino e poi, come tutti gli attori d’allora, mi sono specializzato anche nel doppiaggio.

Vieni anche da una “famiglia d’arte”.

Sì, facciamo attività di doppiaggio da tre generazioni. Siamo “certificati” poi chiaramente non si può piacere a tutti ma la realtà dei fatti è che lavoriamo da tanti anni.

Nella tua carriera da doppiatore ha influito di più la provenienza familiare o l’avere una voce possente?

Quello che conta più di tutto è la preparazione. Chi lavora nel doppiaggio non può mentire. Quando presti la voce ad attori americani, inglesi, francesi, non si bara, devi esser capace di trasportare lo spettatore come fanno loro in lingua originale.

Hai mai pensato di assicurare la tua voce?

No, francamente. Forse perché, tra mio nonno, mia madre e mio padre, facciamo questo mestiere da tanti anni e siamo andati sempre avanti senza assicurare niente.

C’è qualcuno che ti piacerebbe doppiare?

Direi che va bene così, ho doppiato praticamente tutti.

A chi sei più legato?

Un po’ a tutti mentre a livello popolare direi che il pubblico è più legato a Russel Crowe. Il Gladiatore ha fatto veramente il giro in tutte le case d’Italia. Ancora oggi i ragazzi, a distanza di dodici anni, ricordano le sue frasi. E’ un film che è entrato nella storia.

Per il futuro, cosa bolle in pentole?

Questo è un momento molto particolare e difficile dove i progetti spesso si fermano per mancanza di denaro, non di idee. Si gioca sulla breve distanza, un tempo si sapeva già quello che si sarebbe fatto l’anno dopo, adesso non sappiamo quello che faremo fra due mesi. Si lavora un po’ alla giornata.

Hai un desiderio particolare?

Mi piacerebbe tornare al musical. Sono passati quattro anni da Tutti Insieme appassionatamente ed è molto probabile, che io possa tornare in teatro presto (ieri è stato ufficializzato che sarà nel cast dello spettacolo teatrale My fair Lady con Vittoria Belvedere, ndDm).



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4 Commenti dei lettori »

1. Nina ha scritto:

11 luglio 2012 alle 13:15

Chissà a chi sarà affidato il compito di straziare L’anno che verrà dopo la Pausini e Gino Paoli.



2. libus ha scritto:

11 luglio 2012 alle 13:42

non lo reggo questo quà



3. angela ha scritto:

11 luglio 2012 alle 16:18

Lo adoro!!!
uno dei piu’ grandi attori sulla piazza attualmente!!!!..e pure molto affascinante!!!



4. kalinda ha scritto:

11 luglio 2012 alle 19:23

l’unica cavolata che ha fatto è stata l’isola.



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