L’abbronzatura può attendere. Anche quest’anno Arianna Ciampoli alle vacanze preferisce il lavoro. Dal 2 luglio la conduttrice è pronta a tornare per il settimo anno consecutivo alla guida di Cominciamo Bene. Proprio l’appuntamento quotidiano del mattino di Raitre è il pretesto per la nostra chiacchierata, in cui Arianna non nasconde l’amarezza nel vedere una Rai spesso svilita, nella quale non sempre è facile trovare delle giuste occasioni lavorative.
Arianna ti aspetta una nuova estate di lavoro, per il settimo anno ti ritroviamo su Rai3 con Cominciamo Bene…
Si, partiamo il 2 luglio, un po’ più tardi rispetto agli anni scorsi. Con Cominciamo Bene andremo in onda tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 11,00 alle 13,10. E’ una bella esperienza, una grande opportunità professionale, che anche quest’anno spero di poter sfruttare al meglio. Sacrificare le vacanze non mi pesa, al punto che lo stesso giorno partirò anche con un programma quotidiano su Radio1.
Al tuo fianco ci sarà sempre Giovanni Anversa. Come ti sei trovata a lavorare con lui?
Io e Giovanni in realtà ci conoscevamo già di vista. Nel momento in cui abbiamo iniziato a lavorare insieme ci siamo subito piaciuti e questo ha permesso di partire con un grande affiatamento sin dalla prima puntata. Sono contenta di ritrovarlo anche quest’anno.
Dopo cinque stagioni al fianco di Michele Mirabella, personaggio che tu stessa hai definito “imponente”, diventa tutto più facile…
Michele è imponente a livello fisico, caratteriale, professionale, culturale. C’era un po’ il rischio di sentirsi in soggezione nello stare al suo fianco, però devo dire che mi sono molto divertita con lui. Era un po’ come giocare al professore e all’alunna. Mirabella è un grande professionista, sempre molto presente. Anche quando ti sembra distratto, lui c’è e ti segue. Lavorarci insieme è stata una bella esperienza.
Quali saranno le novità dell’edizione ai nastri di partenza?
Anche quest’anno Cominciamo bene sarà una finestra aperta per tutta l’estate sul nostro Paese. Continueremo a osservare, monitorare e provocare, il tutto con una grande interazione tra istituzioni e cittadini. Abbiamo inserito diverse novità che il pubblico avrà modo a poco a poco di conoscere e speriamo di apprezzare. Avremo inoltre una particolare attenzione verso i nuovi mass media.
In un momento non facile come quello che sta vivendo l’Italia, un programma con un titolo positivo e ben augurante come il vostro, non può fare che bene…
Sicuramente, anche se l’intonazione nel pronunciare il titolo può cambiare tutto (ride ndr). Io comunque sono per natura molto positiva, continuo a credere nella gente, a credere che ci siano persone belle in grado di fare cose belle. Vengo dall’esperienza su Tv2000 di Romanzo Familiare, un programma in 150 puntate, dove abbiamo cercato di conoscere il nostro Paese attraverso le famiglie. Abbiamo scoperto delle cose per certi versi sconvolgenti. Pensa che esistono delle comunità di persone che condividono spazi, ideali, stili di vita e anche i loro soldi, che poi dividono in base alle esigenze di ciascuno. In un momento in cui tutto si basa sul denaro, in cui tutti cercano di mantenere quel poco o tanto che hanno, vedere queste realtà è piacevolmente spiazzante. Ti si apre un mondo. Ti domandi, ma questa è l’Italia? Ma siamo in un altro tempo? E invece no, è sempre il nostro Paese ed è sempre il 2012. Ci sono realtà che la tv non mostra mai.
Porterai queste tue esperienze anche a Cominciamo Bene?
Sì, mi piacerebbe molto creare dei momenti di confronto e discussione. Tendiamo troppo spesso ad allinearci su tante idee e comportamenti. L’avventura di Romanzo Familiare, che ripeterò il prossimo anno, è stata un’esperienza non solo lavorativa ma soprattutto umana.
Quest’anno hai anche condotto Fiction Magazine su RaiPremium…
Devo confessarti che io, non essendo una telespettatrice molto costante, seguo poco le fiction e i prodotti televisivi in più puntate. Con Fiction Magazine ho però avuto modo di fare delle belle chiacchierate con attori e registi, e conosciuto un mondo del quale sapevo poco. La fiction è un genere molto popolare, che permette di arrivare a tante persone e offrire diversi spunti di riflessione. Penso alla recente fiction su Paolo Borsellino o al ciclo dedicato alla violenza sulle donne.
Ti ha mai sfiorato il pensiero di cimentarti come attrice?
Penso che l’attore sia il mestiere più bello del mondo, ma non farebbe per me, mi vergogno come una pazza solo all’idea. Al massimo potrei farlo come terapia, per superare questo timore.
Lavori da tanti anni in Rai, che rapporto hai con la tv di Stato?
Con la Rai ho un rapporto stagionale (ride, ndr). Sono ormai sette anni che lavoro solo d’estate o quasi. Mi mettono in un congelatore, mi ibernano, non lo so. Diciamo che faccio un letargo al contrario. Essere la donna dell’estate può far piacere, ma è anche limitante.
Ci sono tante ragazze che sono arrivate dopo di te e hanno avuto maggiori opportunità lavorative…
C’è stato un tempo in cui questa cosa mi faceva soffrire, mi dava rabbia, vedevo queste carriere razzo, di gente mai vista prima in tv, che finiva a fare un programma di punta su Rai1. Io ho un’idea di una televisione fatta per piccoli passi, dove approdi a certi livelli solo dopo un determinato percorso. Però è anche vero che in questo lavoro è difficile cogliere la bravura. Sono bravi quelli estremamente professionali, che non sbagliano nulla, o sono bravi, quelli un po’imperfetti, ma che riescono a trasmetterti delle emozioni? Nel dubbio, io continuo la mia infinita gavetta.
Eppure sono in tanti in tv a riconoscerti meriti e capacità…
La cosa più noiosa è sentire degli addetti ai lavori che ti dicono quanto sei brava, ti fanno i complimenti e poi spariscono nel nulla. Sono come la sora Camilla, tutti la vogliono e nessuno se la piglia. Io comunque sono molto soddisfatta e gratificata di quello che faccio. Conduco dei programmi nei quali mi riconosco. In passato, vedendo persone arrivate dopo di me ricoprire ruoli più importanti, mi chiedevo: “vorresti stare al loro posto?”. E quasi sempre la risposta che mi davo era negativa. A me piace fare una tv in cui posso essere me stessa. Non m’interessano i lustrini e le paillettes.
Traspare un po’ di delusione nei confronti della Rai…
Ma la Rai è la Rai, è la televisione. A volte però rimango perplessa. Mi dispiace vedere un’azienda spesso svilita. C’è tanto potenziale inespresso. Con la tv si potrebbero fare molte cose belle, e invece si vedono alcuni spettacoli che non fanno certo onore alla tv di Stato.
C’è un programma che ti piacerebbe fare in futuro?
Mi piacerebbe un programma tutto mio, nel quale toccare più corde. Un contenitore con spazi musicali, spazi per ragazzi, cinema, libri, tutte quelle cose in cui confrontare pareri e opinioni. Un progetto che mi veda anche come autrice, mestiere che ho iniziato a svolgere a Tv2000, e da quest’anno in Rai.
Vista la tua passione, potresti proporre un programma sulla fotografia.
Io non sono una grande esperta della fotografia. Sono un po’ pigra, non mi applico più di tanto, ma devo dire che spesso riesco a fare delle cose carine. Una delle mie foto è diventata addirittura una locandina per uno spettacolo teatrale. La mia è una piccola passione, ereditata da mio nonno, che pratico in maniera semplice, giusto per divertirmi. Comunque un programma sull’arte e sulle foto non credo possa funzionare in video.
1. MisterGrr ha scritto:
27 giugno 2012 alle 14:26