3
maggio

ENRICO MENTANA: HO DETTO NO A BERLUSCONI E RIFIUTATO IL TG1. MINZOLINI? FILOGOVERNATIVO

Enrico Mentana

La storia non va mai all’indietro“. La chicca di Chicco Mentana è una come una formula magica, come un mantra che il direttore del Tg La7 si sarà ripetuto chissà quante volte. Di sicuro ne ha fatto prezioso uso quando Silvio Berlusconi, il sciùr padrun in persona, gli disse: “Preferirei che tornasse a Mediaset. Non ho avuto nulla a che fare con il suo allontanamento e credo sarebbe giusto chiudere quella ferita. La chiamerà mio figlio“. Di lì a poco Piersilvio, nelle vesti di re Mida del Biscione, gli avrebbe offerto “tutto quello che c’era da offrire” pur di riportarlo a Mediaset. Ma niente da fare, Mentana rifiutò: ”la storia non va mai all’indietro“, appunto.

A raccontare l’espisodio è il giornalista stesso, in un’intervista a Vanity Fair di domani. E’ un Mitraglia battagliero e con tanti colpi in canna quello che si racconta al settimanale, consapevole di aver messo in piedi un telegiornale  più unico che raro nel panorama informativo italiano. “Chi mi ferma per strada dice sempre la stessa frase: grazie, perché mi ha restituito il gusto di vedere un vero telegiornale racconta. E i dati parlano da soli: da quando Mentana è a La7, il notiziario della rete ha quadruplicato gli ascolti, a colpi di politica, analisi e commenti. Al bando, invece, la cronaca guardona e gli avvenimenti fru fru (il matrimonio di William e Kate, per intenderci, è finito in chiusura di tg). “Significa che ci sono più pubblici. C’è ancora chi segue Avetrana, ma c’è una fetta, neanche marginale, che vuole altro“.

Che cosa pensa, allora, Mentana del vituperato Tg1 di Minzolini? Che è “orgogliosamente filogovernativo“, e che  a Saxa Rubra lui non ci tornerebbe così volentieri. Andrebbe mai a dirigere il Tg1? “Me l’hanno offerto due volte, in passato, e ho rifiutato (…) Ci ho lavorato nove anni, so come funziona. In Rai tornerei solo se mi venisse garantita la libertà di non rispondere al telefono ai politici“. Campa cavallo, dunque. Dalla tv pubblica lo cercò anche il direttore di rete Paolo Ruffini, per il Tg3: ”per accettare gli posi due condizioni che sapevo impossibili: la mia nomina avrebbe dovuto essere votata all’unanimità del Cda Rai e ricevere il voto positivo e pieno dell’Assemblea dei Giornalisti. Che fossero impossibili era chiaro perché Rai3 è sempre stato l’unica rete sotto il controllo della sinistra e il Pd aveva già fatto il nome di Bianca Berlinguer“.

A quanto pare ora il fortissimo Mitraglietta sta bene a La7, dove fa miracoli pure avendo a disposizione un budget modesto, “forse un quarto di quello del Tg5. Ma più che i soldi fanno le idee“.  Alla tv di Telecom guadagna 320 mila euro lordi (“un quinto di quello che prendevo a Mediaset“) però ha chiesto a La7 un premio di risultato per ogni punto di share di crescita. ”Probabilmente guadagnerò parecchio” sorride. Se continua così ne guadagneranno anche i telespettatori, non in ‘dindini’ ma fa lo stesso.

Il ‘mago Enrico’ ha infatti tra le mani un prodotto giornalistico che può rendere ancora molto, moltissimo, costituendo la vera alternativa ai tg istituzionali delle reti ammiraglie di Rai e Mediaset. Perchè, anche nell’informazione, ”la storia non va mai all’indietro“. Parola di Chicco Mentana.



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3 Commenti dei lettori »

1. zack71 ha scritto:

3 maggio 2011 alle 21:01

Io sono un tifoso di Chicco e anch’ io avevo smesso di seguire i telegiornali ma, diciamola tutta , i soldi non gli mancano il prestigio neanche. Cercare di fare un TG di informazione e non di propaganda era quasi una scelta obbligata.



2. restivo ha scritto:

4 maggio 2011 alle 08:04

lo seguo sempre… ma mentana è furbo ha capito che se vuole fare tutte le sere il 10% deve marciare sul caso Ruby e suelle polemiche del centrodestra… perché altrimenti cala al 6



3. zack71 ha scritto:

4 maggio 2011 alle 12:31

Anche perchè è l’ unico che possa marciarci sopra.
Tutti gli altri rischierebbero la decapitazione



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