21
febbraio

I Fantasmi di Portopalo e quelle verità che fanno male

I Fantasmi di Portopalo

I Fantasmi di Portopalo

Gli abitanti del borgo siciliano in cui è ambientata hanno disertato l’anteprima della miniserie I Fantasmi di Portopalo, lì organizzata prima della messa in onda su Rai 1. E, stando a quanto riportato da La Sicilia, il sindaco di Portopalo, Giuseppe Mirarchi, non ha apprezzato il lavoro fatto dall’azienda pubblica, già a partire dal titolo scelto per la fiction, da lui considerato “inquietante” (peraltro inizialmente la miniserie doveva chiamarsi Chiedilo al Mare). Può capitare anche questo quando scegli di portare a galla verità nascoste e difficili e stavolta Beppe Fiorello – autore oltre che protagonista della miniserie – incassa dure reazioni oltre a ottimi ascolti e meritati applausi.

I Fantasmi di Portopalo: una fiction che ha diviso l’opinione pubblica

L’impegno dell’attore è lodevole, bisogna ammetterlo. Per una serie di contingenze che hanno segnato l’inizio della sua carriera in tv, Fiorello junior è diventato un volto perfetto e riconoscibile per raccontare storie di impegno civile, per essere l’eroe del popolo, quello “suo malgrado”, quello che risveglia le coscienze perchè dimostra cosa bisogna fare quando si scopre di averne una. Ed ha messo questa sua immagine così forte e consolidata a servizio della “ricerca”, non limitandosi ad interpretare solo personaggi noti in vari ambiti ma persone comuni a cui la vita ha riservato brutte sorprese molto spesso taciute.

Questo ha permesso a tanti piccoli pezzi della storia italiana, anzi, della storia degli italiani, di venire a galla, di uscire dall’oblio. In pochi, per esempio, conoscevano il dramma di Portopalo ma la miniserie che ha esordito ieri (qui le anticipazioni della seconda ed ultima puntata di questa sera) l’ha condiviso con il pubblico: ben realizzata, accurata, ben interpretata, ha avuto il sapore del documentario ma infarcito di sentimenti, un prodotto che insegna qualcosa ma soprattutto crea empatia, provocando emozioni diverse.

Tra queste senz’altro lo sdegno, il rifiuto per quel silenzio che ha portato tanti corpi a sparire nel mare senza una sepoltura. Ma anche il perdono, la comprensione dei motivi che hanno portato a questo, la paura dei pescatori di perdere il lavoro, la tendenza ad autotutelarsi quando non ci si sente abbastanza protetti da chi di dovere.

Tutto ciò non è stato colto da chi ha rifiutato l’opera ed è un peccato perchè, nonostante la pubblica denuncia, nella messa in scena non sembrava esserci condanna.



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1 Commento dei lettori »

1. Fra X ha scritto:

21 febbraio 2017 alle 17:46

Non so se effettivamente sia questo il caso, ma in molte province italiane purtroppo è cosi!



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