14
febbraio

Le Pagelle del Festival di Sanremo 2017. Promossi Mannoia e Gabbani, bocciati DavideMaggio.it e la Sala Stampa

Carlo Conti, Francesco Gabbani, Maria De Filippi (© US Rai-iwan)

Promossi

10 a Fiorella Mannoia. La rossa cantante si è messa in gioco presentando uno dei brani migliori della kermesse. La sua, dunque, sarebbe stata una vittoria legittima e non dettata dalla storia musicale. Il secondo posto è comunque un buon risultato.

9 a Francesco Gabbani. In pochi ci avrebbero scommesso ma il cantante di Carrara ce l’ha fatta. Merito di un brano originale che è potenzialmente un tormentone, fa parlare e racchiude pure un significato, in pratica un brano che è tutto quello che non è stato questo Festival. Certo non ci saremmo stracciati le vesti se fosse arrivato secondo o terzo.

8 a Carlo Conti. E anche il tris è riuscito. Quest’anno però la kermesse contiana ha avuto un sapore diverso. Dall’onnipresenza degli anni scorsi, si è passati ad una figura sempre ben salda sul palco senza tuttavia essere dominante. Il “fascino” della De Fillippi – co-conduttrice al 50% a tutti gli effetti – l’ha in parte oscurato. Il rimescolamento di ruoli ha fatto sì che indossasse i panni del bischero e andasse a colmare i limite in termini di conduzione della sua partner.

7 a Maria De Filippi. I lustrini e le paillettes del Festival non sono il suo pane e per questo il fuori contesto poteva potenzialmente trasformarsi in un disastro. Ma, arrivata ad un certo punto della sua carriera, si è concessa il gusto di rischiare (con qualche cautela). Il risultato è una sorta di ibrido che l’ha vista acquisire scioltezza in maniera graduale pur non riuscendo ad imporsi come valore aggiunto, al di là dello straordinario appeal mediatico. Voto zero alla decisione di non scendere mai le scale, su questo si sbaglia: Sanremo è Sanremo anche per quei gradini.

6 a Maurizio Crozza. La copertina del comico ligure, pur strappando sorrisi, non graffia. Vista l’importanza del palcoscenico sarebbe stato lecito attendersi uno sforzo maggiore e, soprattutto, una presenza in carne ed ossa che c’è stata soltanto in occasione dell’ultima sera.

6 al Festival di Sanremo 2017. L’unione tra il meglio di Rai e Mediaset non ha prodotto il miglior Festival possibile. La kermesse ha proceduto per accumulo senza una visione di insieme, priva di momenti di impatto. Evitabili i tanti spazi dedicati al sociale, messi in piedi quasi per essere a posto con la coscienza. Tra l’assenza di vallette glamour, un parco ospiti povero e la conduzione poco liturgica della De Filippi, è mancato quell’indispensabile sapore di evento. Buoni gli ascolti – e non poteva essere altrimenti vista l’eccezionale coppia alla conduzione -  ma il botto c’è stato solo per la lunghissima finale (qui la nostra recensione).

Bocciati

4 all‘Arena di Giletti, dopo-festival delle banalità. Il programma ha scelto di non invitare tutti i cantanti preferendo dedicare il tempo ad alimentare polemiche sulla kermesse. Dopo oltre 15 anni, stiamo ancora a parlare dei talent che, peraltro, mai come quest’anno non hanno inciso sull’esito finale della gara del Festival (e hanno portato a Sanremo canzoni interessanti).

3 alle polemiche per le esclusioni eccellenti. Che il meccanismo di voto sia discutibile era noto a priori così come il fatto che degli eliminati ci devono essere. A Sanremo deve vincere la canzone non il cantante.

2 al meccanismo di votazione. E’ palese che non ci si voglia inimicare nessuno, ma se decidi di fare una gara non ha senso buttare fuori sei cantanti per riammetterne due che poi vengono di nuovo eliminati nella sera successiva. La giuria degli esperti, poi, deve prendersi la responsabilità delle proprie scelte con votazioni palesi. Siamo poi sicuri che azzerare ogni volta la classifica sia la soluzione migliore? (qui le votazioni sera per sera)

1 agli ospiti. Tante persone e personaggi hanno calcato il palcoscenico dell’Ariston, pochi quelli che hanno lasciato qualcosa e avevano ragion d’esserci. Continua a risultare opinabile la presenza di ospiti italiani soprattutto quando si invita un cantante giovane come Tiziano Ferro, che non ha mai partecipato al Festival, è già stato super ospite pochi anni fa e va a promuovere il disco (discorso diverso se avesse fatto solo l’omaggio a Tenco). Tra i peggiori sul palco: Raoul Bova, le “figlie di” e la modella fidanzata di Vincent Cassel.

0 a DavideMaggio.it e alla Sala Stampa dell’Ariston. Si, questa volta ci bocciamo da soli. Per un errore commesso da un giovane collaboratore è stato pubblicato in anticipo il vincitore del Premio della Critica ‘Mia Martini’. Una pubblicazione rimasta online per pochissimi minuti, e cancellata appena ci si è resi conto dell’errore. Peccato che tra le 62 (sì, avete letto bene, solo 62!) persone che hanno avuto modo di leggere il pezzo ci sia stato chi (Massimo Galanto di Blogo) ha pensato bene di sollevare la questione anzichè avere l’accortezza di avvisarci e porre immediatamente rimedio all’errore. D’altro canto era lapalissiano che fosse una bozza pubblicata, mancava persino una foto d’apertura! Ma tant’è: la conseguenza è stata che in Sala Stampa – annunciata la ‘violazione dell’embargo’ – le blasonatissime testate delle prime file hanno ritenuto opportuno chiedere (e far annunciare) quale sito avesse violato l’embargo. Non che ci sia niente di male, per carità, chi sbaglia paga, ma la cosa singolare è che alcune di quelle testate, negli scorsi anni, hanno violato – questa volta di proposito – l’embargo, senza che nessuno pensasse di esporle al ‘pubblico ludibrio’ come si è soliti fare per un gentlemen agreement in vigore da sempre. Proprio in virtù di questa tacita consuetudine, noi i nomi non li faremo. Ma non possiamo non sottolineare che ‘grazie’ alla delicatezza e al tatto della Sala Stampa, un collega ha perso il lavoro. Abbiamo, infatti, sospeso con effetto immediato il rapporto in essere con il nostro collaboratore che ha commesso l’errore. Si spera, tuttavia, che l’ottimo (per ora) Coldagelli, capo della comunicazione Rai, possa portare negli anni a venire il giusto equilibrio che ancora manca tra carta e web. E’ questione di rispetto, di mission (la tanto anelata media company non può avere un atteggiamento simile nei confronti del web) e forse, ormai, anche di numeri.

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13 Commenti dei lettori »

1. Vince! ha scritto:

14 febbraio 2017 alle 11:47

Mi dispiace seriamente per chi ha perso il lavoro.



2. Andrea ha scritto:

14 febbraio 2017 alle 11:55

Ho tra gli amici di Facebook un giornalista che era lì e ha pubblicato su Facebook l’anteprima del vincitore del premio “Mia Martini”…molto ma molto tempo prima! Se non sbaglio erano circa le 22:30. Allora di questo cosa dovremmo dire…?



3. Michele ha scritto:

14 febbraio 2017 alle 12:14

Nella diretta commentata su tvblog il nome è stato fatto alle 23:46, prima dell’annuncio sul palco verso l’una e venti. Il link è ancora consultabile.
Non è la stessa cosa?



4. vivaluca ha scritto:

14 febbraio 2017 alle 13:29

in questo mondo lavorativo senza turn over non si può licenziare qualcuno per un errore in buona fede. ripensateci



5. makeit ha scritto:

14 febbraio 2017 alle 13:53

Voti straordinariamente condivisibile. Tranne lo zero finale e il relativo commento, che suona più giustificazione che altro. E’ stato commesso un errore: pazienza, capita. Nulla toglie all’ottimo lavoro che avete fatto, voi e il vostro collaboratore, purtroppo licenziato



6. RoXy ha scritto:

14 febbraio 2017 alle 14:16

Ma come si fa a dare 10 a Fiorella M’annoia, la cantante senza voce? Gia agevolata dalla giuria per la presenza di Paolo Genovese, il regista che ha scelto la stessa M’annoia per la colonna sonora del suo “Perfetti sconosciuti”. Invece di parlare di palese conflitto di interessi e scarsa obiettività nel giudizio, la si premia ancora con un 10?



7. Nina ha scritto:

14 febbraio 2017 alle 14:43

Io avrei invertito le prime due posizioni e dato un voto molto più basso a Crozza che non ha fatto ridere per niente (stantia la battuta su Salvini che prende lo stipendio dall’Europa e su Trump assolutamente banale).



8. VINCENZO ha scritto:

14 febbraio 2017 alle 16:39

Solo chi non lavora non sbaglia. Mi dispiace per il vostro collaboratore, al quale spero vorrete dare un’altra occasione.
In fondo “sono solo canzonette” e oggi già nessuno ricorda più molto di quanto è accaduto la settimana scorsa, comprese le canzoni.



9. xxxxx ha scritto:

14 febbraio 2017 alle 17:49

RoXy: tralasciando questo dettaglio, sarebbe stato comunque inopportuno prendere elementi come lo stesso Genovese e Greta Menchi in giuria. Per caso se ne intendono di musica?



10. lordchaotic ha scritto:

14 febbraio 2017 alle 23:20

Se avete sospeso la collaborazione con il collega che ha sbagliato passate dalla padella alla brace e il voto è sotto zero. Perdete di credibilità non per l’errore commesso ma per la ritorsione fatta. Davide ritorna sui tuoi passa, non ti puoi permettere una cosa del genere ne va della reputazione del tuo blog!!!!!!



11. Srich ha scritto:

14 febbraio 2017 alle 23:23

Se si fosse trattato di una furbata ok, ma se davvero era una bozza pubblicata per errore la sospensione è eccessiva, tanto più per informazioni fondamentalmente irrilevanti.
Aldilà del triste finale questi sprazzi del dietro le quinte di Sanremo sono divertenti però, come anche il fatto che una volta che qualcuno viola l’embargo allora vale tutto.

Per il resto il 10 ci stava tutto anche (e di più della Mannoia) a Gabbani, che ha fatto a tutti gli effetti un’impresa.

Il Festival non è stato il migliore televisivamente e gli ospiti sono troppi, ma se pensiamo a quanto Conti ha migliorato il festival in quanto a ritmo c’è da avere un po’ di paura a pensare a chi raccoglierà il testimone. Detto ciò, capisco che dire che Sanremo si regge da solo e fa guadagnare l’azienda fa figo, ma se lo si inizia ad infarcire di roba a caso per tirarla per le lunghe e guadagnare altri slot pubblicitari da stravendere tra un po’ siamo punto e a capo. Chi me lo fa fare nell’epoca di internet quando il giorno dopo posso recuperare tutto quello che mi interessa senza perdere tempo? Non continuerei a tirare la corda in questo senso se vogliono puntare anche ai giovani.

Meccanismo per le eliminazioni improbabile, sì. Capisco che è carino dare la possibilità di presentare il pezzo almeno due volte, però così ha poco senso. In fondo per proteggere i pezzi meno immediati ci sono le giurie. A volte i pezzi che rimangono indietro sono semplicemente i peggiori.

Avrei dimezzato anche il voto di Giletti, televisivamente la costruzione della trasmissione non è stata sbagliata, ma alla fine è stata una roba pesantissima. Meglio più cantanti e un giusto spazio alla polemica.



12. Belulla ha scritto:

15 febbraio 2017 alle 01:25

Ma quale embargo….io seguivo varie live dalla sala stampa di alcuni addetti ai lavori….quando è arrivato il foglio con il comunicato….in controluce , si è letto benissimo il nome…tanto che volevo metterlo su Fb, poi mi sono fatta i fatti miei, perchè non lavoro nel settore.
Detto questo, mi rendo conto che nella vita non si vive di pie illusioni, e ogni posto di lavoro è una giungla, e c’è sempre il primo della classe che fa la spia, ma un pò di correttezza tra addetti ai lavori e in questo settore, dove è meglio “essere amici”, non guasterebbe, anche perchè prima o poi tutto torna.
Occhio ai cavalli di ritorno ….fanno male…molto male.



13. gef ha scritto:

16 febbraio 2017 alle 11:52

Personalmente io VI BOCCEREI per il licenziamento..
Errare è umano soprattutto se come avete detto si tratta di “un giovane collaboratore”.
Fosse stato un recidivo.
Inoltre aggiungo: SOLO CHI FA SBAGLIA.



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