La maledizione dei remake tv colpisce ancora. DavideMaggio.it è in grado di anticiparvi che tira aria di chiusura anticipata in casa Mediaset. L’imputato in questione? Ca va sans dire, il redivivo Cultura Moderna. Ripartito lo scorso 28 novembre nel preserale di Italia 1 dopo ben 10 anni di assenza, il format ideato da Antonio Ricci e affidato alla conduzione di Teo Mammucari potrebbe già essere vicino al suo tramonto.
Una scelta precisa per ridare senso e vigore all’access prime time della rete giovane del Biscione, ormai da troppo tempo abbandonata a se stessa e trattata come il cadavere da nascondere nell’armadio. Questa la ragione di fondo che, dopo repentini dietrofront di annunci e smentite, ha riportato Cultura Moderna nelle case dei telespettatori. Neanche il tempo di abituarsi alle novità inserite nel quiz targato Ricci che già circolano insistenti voci su una prematura dipartita.
Cultura Moderna: gli ascolti disastrosi
Ora, che queste indiscrezioni trovino conferma o meno (Ricci non è uno che subisce passivamente una cancellazione!), una domanda è sorta spontanea fin dalla prima puntata del programma: “se ne sentiva davvero bisogno?”. La risposta, alla luce di quanto realizzato e dei risultati registrati, è probabilmente “NO”. La fascia dell’access prime time è terra impervia e anche gli ingranaggi dei carrozzoni più rodati spesso si incastrano (vedi Affari Tuoi che a breve verrà sostituito). E questo è un dato innegabile. Inoltre, pensare che la rete giovane del Biscione riuscisse a tenere il passo con colossi ben avviati e con un pubblico molto fidelizzato come Un Posto al Sole su Raitre e Striscia la Notizia su Canale 5, è sembrato sin da subito un azzardo. Certo, si potrebbe obiettare che si ambisce a numeri diversi, che si lotta con le armi che si hanno a disposizione, e che bisogna esserci comunque. E questo è vero, ma è necessario tenersi su risultati almeno dignitosi che Cultura Moderna non è riuscita ad ottenere: 2% o poco più, che in altre situazioni avrebbero decretato una chiusura immediata.
Cultuta Moderna: il restyling che non ha funzionato
Quello che salta subito all’occhio è che alcuni ritocchi fatti al programma nell’intento di ringiovanirlo abbiano fatto più male che bene, allontanando il telespettatore medio che forse si aspettava di ritrovare esattamente ciò che aveva lasciato ne 2007. Uno studio spropositatamente grande, colori poco morbidi e quei mini viaggi su e giù per la scala a cui è costretta la valletta vanno a minare l’atmosfera più caciarona e raccolta delle prime edizioni che era la cifra di un quiz di questo tipo. Inoltre, tornare alla valletta seminuda oggi che le veline vengono quasi vestite con tute simili ad armature pur di sfuggire alla retorica delle “belle e basta”, è sembrato un autogol che onestamente si è capito poco. Più che un restyling, forse si è tentato un innesto tra elementi tipici della tv dei primi anni 2000 e quelli di una più vicina al 2016, creando così un Frankenstein che non ha fatto colpo.
Con una mente creativa come Ricci e la battuta sempre a portata di mano del Teo nazionale i margini di miglioramento potrebbero anche esserci, ora però bisogna solo capire che tipo di intenzioni ci siano sotto. Si resta o si va? Si deciderà di preparare il funerale del nuovo arrivato o di continuare a scommettere su di lui?
1. xxxxx ha scritto:
24 dicembre 2016 alle 14:28