E così, Stasera Casa Mika ha fatto il suo debutto su Rai 2. La prima delle quattro serate in programma si è conclusa e, sebbene in qualche modo il risultato sia stato raggiunto, possiamo affermare che in un certo senso le aspettative sono state deluse. Per un semplice motivo: non abbiamo visto quello che era stato promesso. Buono o cattivo che sia il prodotto finito, Stasera Casa Mika era stato annunciato come qualcosa di familiare e informale ma si è rivelato uno show stellare, in tutto e per tutto. Il che non è necessariamente un male, sia chiaro.
Il campanello alla Porta a porta che annuncia l’arrivo degli ospiti non mancava. Ma se l’idea della “casa” poteva anche essere carina, non ci voleva granché per svilupparla un po’ meglio. Insomma, il concetto era stato annunciato e ripetuto fino alla nausea: i vari personaggi, i preparativi per accoglierli, la coinquilina, la vicina di casa, le diverse stanze… Di fatto, però, Casa Mika era ospitata da un normalissimo studio televisivo che poco e nulla aveva a che fare con l’ambiente domestico (fatta eccezione per l’ottima trovata per un divano mobile che appariva e scompariva qua e là). Scenografia, musica, costumi, si prestavano più ad un musical internazionale che ad uno spettacolo che voleva sapere di “casa”.
Inutile negarlo, Mika, pur non essendo un conduttore (e si vede), è un animale da palcoscenico. Lo show, però, ha avuto un po’ troppo il sapore dell’autocelebrazione. Nel corso della serata il cantante ha riproposto quella sua finta ingenuità che ben si prestava (forse) agli sporadici sketch di quando era giudice ad X Factor, ma che per una intera serata è risultata un po’ ridondante. Mika canta, balla, sa stare in scena, sa rapportarsi (anche se fa un po’ di fatica, viste le incertezze linguistiche) con la telecamera e con il pubblico. Insomma, lui o chi per lui, sapeva fin dall’inizio dove andare a parare.
E allora perché ostinarsi a far dire alle due signore, nella clip iniziale, che “la popolarità non gli ha dato alla testa” mentre lui indossa una berretta con l’iniziale del suo nome e una corona cucite sopra (una sorta di logo, una grande lettera M riproposta poi sui vestiti, sul pianoforte, su tutti i complementi d’arredo che a spizzichi e bocconi hanno campeggiato sulla scena)? Che dire, poi, dei cambi d’abito? Ne abbiamo contati otto (pigiama compreso). Roba che manco le vallette di Sanremo. Ce n’era davvero bisogno (esigenze di montaggio a parte)?
Con degli ospiti così (Sting, LP, Renga, Arbore e tanti altri) sarebbe stato impossibile non fare il botto. Poco utile, seppur sempre piacevole, la presenza di Virginia Raffaele nei panni dell’improbabile vicina di casa Paula Gilberto Do Mar. Ma anche in questo caso si pone lo stesso problema: se davvero vogliamo credere all’idea di “casa”, può aver senso che i due inizino a ballare Testa spalla di Don Lurio, ma non che poi vengano raggiunti da un decina di ballerini scatenati. Ben calibrati invece gli interventi di Sarah Felberbaum, perfetta nel ruolo fisso di coinquilina.
Insomma: Stasera casa Mika è un varietà fatto e finito. Godibile, giovane, curato per molti aspetti, diverso dal solito ma allo stesso tempo convenzionale. Senza dubbio una piccola rivoluzione nella rete diretta da Ilaria Dallatana abituata ad altri generi di intrattenimento. Ma per dargli il sapore dell’informalità (di cui onestamente non sentivamo l’esigenza ma che sulla carta doveva rappresentare la svolta) e dell’innovazione non basta ripetere all’infinito che siamo “a casa nostra” o galvanizzare l’ego del conduttore. E nemmeno dare al programma un titolo – orrendo – alla Patrizia Rossetti.
1. Vittorio ha scritto:
16 novembre 2016 alle 00:16