Regole chiare ed inclusive per arginare il ‘far west’ delle produzioni esterne in Rai. A Viale Mazzini è in arrivo una piccola rivoluzione, che gli amanti del piccolo schermo non potranno che plaudire. Nella nuova Concessione del servizio pubblico radiotelevisivo, infatti, sarà presente una norma che obbligherà l’azienda ad affidare una percentuale delle produzioni esterne a società giovani e autonome, anche di piccole o medie dimensioni, svincolate dalle ‘major’ che attualmente monopolizzano (o quasi) il settore.
Il principio generale sancito dalla norma – ispirato al modello Bbc – sarà disciplinato negli aspetti operativi dal Contratto di Servizio e sarà sviluppato secondo criteri di trasparenza. Si tratta di una buona notizia, che finalmente potrà portare nuove idee e maggiore creatività in Rai (almeno questo è l’auspicio), consentendo peraltro all’azienda di guadagnarci anche dal punto di vista economico.
Attualmente, infatti, alcune delle produzioni affidate alle grandi società si rivelano piuttosto onerose per le casse di Viale Mazzini (si parla di decine di milioni di euro), come dimostrano le cifre pubblicate da Repubblica. Il quotidiano riporta i costi esterni sostenuti dalle reti Rai per diritto di messa in onda, conduttore, regista e scenografia di alcuni dei maggiori programmi. A ciò si aggiunge il fatto che, spesso, la Rai debba accollarsi pure le spese operative per la trasmissione. Dunque le cifre che leggerete non rappresentano, in molti casi, il costo complessivo e finale del programma bensì quanto la Rai paga alle società di produzione.
Rai, costi delle produzioni esterne (infografica La Repubblica):
Stando a quanto riportato da Repubblica, è Affari tuoi – a fronte di un alto numero di puntate in access prime time – la produzione esterna per la quale Rai1 sborsa di più: per il game show, Endemol richiede un prezzo di 7.134.000 euro. Per il programma leader Tale e Quale Show, Rai1 paga ad Endemol 6.776.000 euro; Ballando con le Stelle fa incassare a Ballandi Multimedia 6.602.000 euro. Per Laura & Paola (Repubblica lo riporta come Duemilaluci), con Pausini e Cortellesi, la Rai ha elargito alla casa di produzione 3.260.000 euro: non male per un programma durato sole tre puntate.
Sono 2.440.000 gli euro sborsati dalla Rai per Sogno o son desto 3 (produzione Ballandi), con Massimo Ranieri. La Prova del cuoco e Torto o Ragione? fanno incassare ad Endemol rispettivamente 2.210.000 e 1.566.000 euro.
Ma la produzione più onerosa per il servizio pubblico è (o meglio era) trasmessa da Rai2: si tratta di The Voice of Italy, per la quale la rete ha pagato a Talpa 9.311.800 euro. Tuttavia si tratta di un prime time spalmato su 14 puntate di oltre 3 ore. Le dieci puntate di Pechino Express fanno incassare a Magnolia 4.950.000 euro, ben più economico Made in Sud di Nando Mormone a quota 2.870.300. La produzione di Detto Fatto frutta ad Endemol invece 1.959.700 euro. Il nuovo Collegio, docu-reality targato Magnolia in arrivo su Rai2, secondo le stime richiederà una spesa di 1.500.000 euro.
Più contenuti (si fa per dire) i costi di produzione dei programmi di Rai3. Per Che tempo che fa, Endemol riceve 2.600.000 euro. Per Amore Criminale (D4), la Rai paga 1.050.000 euro, per l’Erba dei vicini di Severgnini 708.000 euro. Il Gazebo di Zoro, infine, è costato alla rete 416.000 euro.
1. Guasty_95 ha scritto:
13 settembre 2016 alle 17:00