Aziendalista quanto basta, determinato, pronto a tornare in pista. Fabio Fazio pensa già alla prossima stagione televisiva: per lui, oltre all’abituale appuntamento con Che tempo che fa, sono infatti in arrivo anche dieci puntate di Rischiatutto, in onda su Rai3 (quindi malgrado gli ascolti monstre degli speciali non ci sarà il passaggio su Rai1). Proprio il ritorno dello storico programma costringerà il conduttore a modificare la sua presenza in video, almeno fino a dicembre, come spiegato dallo stesso Fazio al Corriere.
“Fino a dicembre metterò da parte il sabato. Diventerebbe impossibile per me fare tre programmi, ma anche per il pubblico seguirli: rischierei di essere stucchevole. La domenica quindi ci allungheremo oltre le 21.30, per tutta la prima serata. Rischiatutto invece è stato un vero regalo: non è un programma televisivo ma un programma emotivo, lontano dai tempi della tv contemporanea. Che sia stato scelto per dare un’impronta alla rete per me è un orgoglio“.
Il conduttore, ormai vera e propria bandiera di Rai3, si riaffaccerà sugli schermi con una versione ormai rodata di Che tempo che fa. Il popolare programma ha progressivamente eliminato la politica dalla propria scaletta ed ha esteso la componente pop. Una scelta voluta che si è dimostrata azzeccata.
“È stata un’intuizione di due anni fa: allontanarsi sempre più dal talk politico e abbracciare un’atmosfera più pop. La politica è come se non esistesse più, logorata da vent’anni di berlusconismo e antagonismo prima; quindi dall’epoca di Monti in cui abbiamo convissuto con una sola parola d’ordine: baratro. Bisognava prendere atto di questo sentimento corrente e cambiare il programma. La tv va anche ascoltata: chi fa tv deve rinunciare alla pigrizia e ricominciare sempre da capo senza dare mai nulla per scontato” ha spiegato il presentatore.
“Il mio obiettivo è cercare di raccontare il presente e per raccontarlo ci vuole libertà” ha aggiunto Fazio, giudicando “anacronistica” la soluzione della par condicio. Liberatosi dal giogo della politica (ma rimanendo ben orientato culturalmente), Che tempo che fa tornerà facendo tesoro dell’esperienza del sabato, impostata come un talk attorno ad un tavolo.
“È stata la vera novità e la vera sorpresa della stagione. La formula del tavolo mi ha dato la possibilità di giocare di più sull’improvvisazione, di ritrovare lo spirito di «Quelli che il calcio». Frassica ci sarà sicuramente anche l’anno prossimo. E naturalmente, imprescindibile Luciana Littizzetto“.
Commentando infine il passaggio di Maurizio Crozza a Discovery, il conduttore ha offerto una riflessione più ampia sulla libertà di azione in Rai, spesso ostacolata dalle interferenze politiche.
“In un mondo ideale penso che il pubblico – la sanità, la scuola, i trasporti, anche la televisione – dovrebbe sempre avere la possibilità di costruire la squadra più forte. Invece l’investimento – la spesa ragionata a un obiettivo da raggiungere – viene interpretato come uno spreco. Il tema vero è: la Rai può competere alla pari degli altri? Perché tra interpellanze parlamentari e attacchi strumentali si rischia sempre lo stallo. Il senso della tv pubblica deve essere quello di creare dibattito culturale, non polemica politica” ha concluso il conduttore.
1. aleimpe ha scritto:
22 giugno 2016 alle 18:54