Un tempo presenti in maniera massiccia su Rai1, le miniserie biografiche in due puntate sono state negli anni sostituite – complice la contrazione dei budget a disposizione – da serie di media o lunga durata. Una delle poche eccezioni è rappresentata da Boris Giuliano, un poliziotto a Palermo, la fiction con protagonista Adriano Giannini in onda ieri e questa sera sulla prima rete della televisione di Stato.
La miniserie, co-prodotta da Rai Fiction e Ocean Productions, è ispirata alla figura di Giorgio Boris Giuliano, vice questore Capo della Squadra Mobile di Palermo, medaglia d’oro al valore civile, ucciso nel 1979 in un agguato mafioso. La storia di un integerrimo servitore dello Stato dalle grandi capacità organizzative e di leadership che fu tra i primi a capire le trasformazioni criminali in Sicilia negli anni Settanta e a cogliere i rapporti tra politica e cosa nostra. Il suo metodo investigativo ha rivoluzionato il modo di fare indagini in Italia e, attraverso inchieste di fondamentale importanza, ha ricostruito la struttura segreta e l’attività criminale di cosa nostra, elementi fondamentali per la successiva istruttoria di Falcone e Borsellino che ha portato al maxiprocesso del 1986 (qui maggiori info sulla vera storia di Boris Giuliano).
Boris Giuliano – Un poliziotto a Palermo: anticipazioni seconda puntata – 24 maggio 2016
Il quadro è sempre più grave, ma Boris non si arrende. Insiste con il suo metodo: rapporti stretti tra i funzionari, scambio continuo di informazioni, porte aperte ai giornalisti. Arresta i principali boss palermitani, ma magistrati fiacchi e miopi li rimettono presto in libertà. I capi corleonesi, latitanti da tempo, sono imprendibili. Grazie al suo ottimo inglese, Boris riesce a mettere piede oltreoceano e a creare una intensa collaborazione con funzionari della polizia federale americana: ormai il business è la droga. Ed è proprio la pista dell’eroina, quella che darà vita alla pizza connection, ad avvicinare Boris al suo assassino.
Una strana rapina con un morto di troppo, dei conti secretati, una pistola smarrita, le chiavi di un appartamento, le foto di un latitante (Leoluca Bagarella) a un battesimo e finalmente una valigia piena di dollari abbandonata all’aeroporto di Punta Raisi. Boris è entusiasta: ce l’hanno quasi fatta… Quasi. Nel corso di quegli anni ha visto morire colleghi e carabinieri: sa che una lupara può nascondersi dietro qualsiasi muretto. Sa che è inutile pensare a difendersi e dissuade anche l’amico giornalista Marco Alliati, che gli è stato accanto in tutti questi anni e che ha ricevuto minacce personali, dal pensare che il possesso di una rivoltella salvi la vita.
Bisogna fermarli prima. Non rallenta le indagini neanche quando lo avvertono: “Giuliano morirà”. Per i boss di Cosa Nostra Giuliano è diventato un vero e proprio persecutore e i suoi nemici decidono la sua morte. La mattina del 21 luglio Leoluca Bagarella e un suo complice intercettano il commissario sotto casa. Bagarella attende che entri al bar per prendersi un caffè, e lo uccide sparandogli alle spalle. I suoi tre figli e la moglie Maria sono sulla spiaggia ad attenderlo.