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maggio

OUTCAST: INTERVISTA A PATRICK FUGIT, PHILIP GLENISTER E WRENN SCHIMDT (VIDEO)

Outcast - Glenister, Schmidt, Fugit

Un giovane misteriosamente “perseguitato” dal demonio, un esorcista, e una sorellastra apprensiva; sono i personaggi che Patrick Fugit, Philip Glenister e Wrenn Schmidt interpretano rispettivamente in Outcast, la nuova serie di Robert Kirkman in onda dal 6 giugno su Fox. Li abbiamo incontrati per cercare di scoprirne di più su di loro e sull’attesa serie tv (qui l’intervista agli altri protagonisti).

Chi è oggi per voi un “outcast” (reietto)?

Wrenn: La prima cosa che mi viene in mente, rapportandomi alla cultura americana, sono gli anziani. Secondo me sono loro i reietti, quelli che, arrivati ad un’età in cui non sono più in grado di prendersi cura di loro stessi, gli si dice: “Ciao, ciao, ti mettiamo da parte”. Ora, gli anziani che guarderanno Outcast diranno: “Ma che caspita stai dicendo”.

Patrick, una curiosità: hai esordito sul piccolo schermo con Il Tocco di Un Angelo e ora il tuo primo ruolo da protagonista è in Outcast. Prima angeli, poi demoni, era destino?

(Ride) Ne Il Tocco di un Angelo, io facevo la parte di un bullo, ero l’antagonista per cui adesso probabilmente me la faranno scontare.

Philippe, hai conosciuto degli esorcisti per prepararti al ruolo di prete esorcista?

Assolutamente no, non ho conosciuto esorcisti. Il momento in cui sono stato più vicino alla Chiesa ultimamente è quando hanno inaugurato una toilette per disabili nella mia chiesa di quartiere. L’idea era quella di non rimanere invischiato in quest’aspetto della serie che riguardava l’esorcismo, quello che mi interessava di più era andare ad esplorare la complessità, il travaglio interiore del mio personaggio che ha tutta una serie di problematiche – lo vediamo all’inizio della serie – una persona a pezzi che cerca di mantenere un livello di moralità, un senso di obiettivo all’interno della sua comunità. Questo dunque è stato l’aspetto più interessante e non quello dell’esorcismo che io considero un sotto prodotto.

Siete religiosi?

Patrick: Sono cresciuto in una famiglia presbiteriana però in realtà non abbiamo mai realmente praticato. Siamo andati in Chiesa a Pasqua, a Natale, per un po’, o quando nonna era in città e, da quando lei non c’è più – pace all’anima sua – , non ci andiamo più.

Wren: Anch’io sono presbiteriana, sono cresciuta in una famiglia molto religiosa. La mia famiglia ancora lo è, io invece verso i 16-17 anni ho incominciato a interrogarmi, a dubitare delle cose che mi venivano insegnate. Mi chiedevo come poteva essere che per me andava tutto bene, ero figa, mentre tutti gli altri, che credevano in qualsiasi altra cosa, ebrei, indù, musulmani, sarebbero finiti all’inferno, e io invece no. Credo nella scienza perché la scienza fa progressi, credo che ci sia spazio anche per nuove idee, per qualcosa di nuovo, cosa che non c’è nella religione. Molti dei problemi che affliggono il mondo oggi sono conseguenza del fatto che si rimanga ancora attaccati a molti punti di vista e idee del passato.

Philip: Io sono mezzo gallese quindi mi hanno insegnato a essere un druido, no, sto scherzando! Sono più dalla parte di Wrenn, nel senso che credo nei fatti, mi interessano i fatti e meno le teorie inventate. Ho un grandissimo problema con quelle persone che demonizzano gli altri per la loro sessualità, o demonizzano le donne. Trovo questa intolleranza intollerabile, trovo frustrante che la gente si metta lì a dover spiegare perchè sei non credente, dovrebbe essere il contrario. Credo che invece sia importante conservare la spiritualità o quella parte delle religioni tipo il buddismo che tende a capire, comprendere.

Wrenn, sul tuo profilo Twitter, ho letto che sei orgogliosa di essere nel team di Hillary Clinton…

Sono una sua fan da tempo, mi sono sempre interessata a lei anche senza necessariamente saperne molto. Anche quando ha corso per la Presidenza contro Barack Obama, l’ho seguita e l’ho sostenuta, credo che lei sia la persona che ha di gran lunga la maggior esperienza in campo politico e questa è la cosa più importante, anche se non sono necessariamente d’accordo con tutto quello che lei dice. E’ stata definita, tra l’altro, dal Politifact – organizzazione che ha vinto il premio Pulitzer – come una persona fondamentalmente onesta, cosa che secondo me è molto carente in America in questo momento. Oltretutto è molto interessata al controllo delle armi, che credo sia un problema che vada affrontato negli Stati Uniti. Secondo me è la persona più capace, più in grado in questo momento di collaborare con il Partito Repubblicano, perchè il Congresso è attualmente in una fase di stallo e non si riesce a ottenere nulla o a fare progressi proprio per questa difficoltà di collaborazione. E poi è una donna!



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