L’idea alla base di Pequeños Gigantes non è malvagia, e lo dimostrano precedenti illustri come quello di Chi ha incastrato Peter Pan?: i bambini e la loro ingenuità sono terreno fertile sul quale costruire gag garbate capaci di strappare un sorriso. Ma non basta l’idea affinché un programma funzioni, non basta la teoria, serve la pratica, e per questo su Pequeños Gigantes bisogna ancora lavorarci, correggendo i problemi che hanno inficiato la buona resa della prima puntata in onda ieri sera.
Pequeños Gigantes: deludono l’assenza di ritmo e la lentezza della puntata d’esordio
Il difetto principale riscontrato all’esordio è la mancanza di ritmo, cosa gravissima per un programma registrato che può essere “ricreato” e risvoltato al montaggio: sketch eterni, vuoti incolmabili, una lentezza che in diversi momenti ha annoiato e che ha visto il programma chiudersi a mezzanotte passata. Roba che i piccoli telespettatori erano già nel mondo dei sogni da un pezzo e i grandi avevano finito per imitarli per sfinimento.
A mantenere viva l’attenzione non poteva pensarci neanche la gara, perchè quella è risultata solo strumentale: i giudici Claudio Amendola, Megan Montaner e Francesco Arca – all’inizio un po’ imbarazzati, per non definirli direttamente pesci fuor d’acqua! – hanno dato voti altissimi ai bambini per ovvie ragioni, dando all’insieme un tono dolciastro.
Pequeños Gigantes: un programma che sa parlare ai bambini
A salvare in parte la situazione ci hanno pensato la conduttrice Belen Rodriguez e i cinque capitani delle squadre – Stefano De Martino in primis – , tutti perfettamente a loro agio accanto ai più piccoli e capaci di parlare il loro linguaggio in modo molto spontaneo e naturale. La delicatezza con la quale i piccoli giganti sono stati accolti, curati e trattati è stata la fonte dei sorrisi più sinceri, ed anche l’intervento degli ospiti Gerry Scotti e Fedez ha funzionato. Ma, del resto, parliamo di un gruppo di personaggi molto affiatato, abituato da tempo a lavorare insieme alla “corte” di Maria De Filippi.
Di strada da fare, comunque, ce n’è. Indipendentemente dai risultati auditel.
1. Gloria ha scritto:
20 febbraio 2016 alle 12:00